Biden "arma" Kiev: ok all'uso di missili a lungo raggio sulla Russia

Il presidente uscente cede sull'annoso tema che ha creato numerosi attriti tra Kiev e Washington negli ultimi mesi

Biden "arma" Kiev: ok all'uso di missili a lungo raggio sulla Russia
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Colpo di scena sulle battute finali dell'amministrazione Biden: il presidente degli Stati Uniti ha autorizzato le forze ucraine a colpire il territorio russo con armi a lungo raggio statunitensi per difendere i propri soldati nella regione russa di Kursk in Russia. Lo riportano il New York Times e l'Associated Press, nonostante non ci sia ancora una dichiarazione ufficiale della Casa Bianca. La richiesta, a lungo reiterata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, trova risposta positiva a una manciata di ore dalla storica telefonata tra Vladimir Putin e Olaf Scholz.

Il dilemma ATACMS fino a oggi

Una scelta che arriva come un fulmine a ciel sereno, mentre l'America si accinge al cambio dell'amministrazione. Un azzardo di Biden o una strategia per mettere in difficoltà Donald Trump in arrivo? Certo è che la scelta sembra superare le linee rosse rese note da Mosca, con esiti che adesso risultano davvero imprevedibili. La scelta colpisce non solo perché potrebbe rappresentare una rivoluzione copernicana nel corso della guerra in Ucraina, ma perché rompe la consuetudine, per i presidenti uscenti, di astenersi da scelte "epocali" che possono andare a pesare sulla successiva amministrazione.

Gli Stati Uniti si sono rifiutati di fornire ATACMS all'Ucraina per i primi due anni di guerra, in parte per problemi di prontezza, poiché i potenti missili richiedono tempo e componenti complessi per essere prodotti. Ma Biden ha segretamente approvato il trasferimento dei missili a lungo raggio a febbraio per l'uso all'interno del territorio ucraino e gli Stati Uniti hanno consegnato i missili ad aprile.

Vincere nel Kursk, lo sgambetto a Trump

Oltre a voler imbrigliare la futura amministrazione Trump, la scelta, a lungo rimandata, di utilizzare gli ATACMS a questo scopo è stata concessa in risposta alla sorprendente decisione della Russia di inviare truppe nordcoreane nel conflitto, hanno affermato i funzionari. Secondo le prime analisi a caldo, sebbene i funzionari Usa abbiano affermato di non aspettarsi che questo cambiamento modifichi radicalmente il corso della guerra, uno degli obiettivi del cambio di passo potrebbe essere quello di inviare un messaggio ai nordcoreani oltre che al Cremlino: le loro forze sono vulnerabili e devono astenersi dall'inviarne altre. Le forze di Kiev potrebbero, dunque, usare i missili per colpire concentrazioni di truppe russe e nordcoreane, gioielli tecnologici dell'equipaggiamento militare, nodi logistici, depositi di munizioni e linee di rifornimento nel profondo della Russia, coadiuvando gli ucraini a smorzare l'efficacia dell'attacco russo-nordcoreano.

Il Kursk ora diventa centrale nelle prossime battute del conflitto: tirando aria ostile alla prosecuzione del supporto a Kiev, in Europa come negli Usa, e aumentando le pressioni per un nuovo sforzo negoziale, la piccola porzione di terriotorio russo oggetto dell'offensiva estiva curaina costituisce una preziosa merce di scambio per le forze di Zelensky. Kiev potrebbe porre il Kursk sul tavolo delle trattative, in cambio di una contropartita. Tuttavia, nulla appare comparabile con la percentuale di suolo ucraino occupato dai russi con la forza.

Perché ora? Il pressing sull'Europa

Quando Biden e Zelensky si erano incontrati l'ultima volta alla Casa Bianca a settembre, il leader ucraino si era presentato con un elenco dettagliato di obiettivi in ​​Russia che intendeva colpire con missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti. La lista era una parte fondamentale del "piano di vittoria" di Zelensky per vincere la guerra. Biden, che a quasi tre anni dall'inizio della guerra aveva proibito agli ucraini di schierare i sistemi missilistici per attacchi in profondità in Russia, non aveva del tutto respinto la richiesta, ma le elezioni presidenziali incombevano. Dopo quell'incontro, Zelensky tornò a casa con le pive nel sacco sebbene i due leader hanno concordato di continuare a discutere la questione.

La mossa della Casa Bianca ora spinge anche l'Europa a scegliere la propria postura definitiva: mentre Francia e Regno Unito hanno espresso il loro sostegno alla richiesta di Zelensky, si sono dimostrati riluttanti a consentire agli ucraini di iniziare a utilizzare i loro missili sul suolo russo, a meno che Biden non avesse acconsentito a di fare lo stesso con l'ATACMS. Ora il permesso è accordato.

Non è chiaro se Trump annullerà la decisione di Biden quando entrerà in carica: il nuovo presidente ha a lungo criticato la portata degli aiuti finanziari e militari all'Ucraina e ha giurato di porre fine alla guerra in fretta, senza però spiegare come.

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