Rilasciati tre ostaggi israeliani: lo "spettacolo" di Hamas e il dono macabro alla madre di un rapito

Gli ostaggi sono stati trasportati negli ospedali di Sourasky e Sheba nel centro di Israele. Dekel-Chen e Horn erano trattenuti da Hamas, mentre Troufanov dalla Jihad islamica

Rilasciati tre ostaggi israeliani: lo "spettacolo" di Hamas e il dono macabro alla madre di un rapito
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Un rilascio quello di oggi che ha rischiato di saltare tra le follie di Hamas e le parole incendiare di Donald Trump sul futuro della Striscia di Gaza. Come nei precedenti episodi, anche quest'oggi si è deciso di mettere in piedi il rivoltante spettacolino della liberazione-spettacolo sebbene con meno ressa degli altri rilasci. Tornano liberi Dekel Chen, Sasha Troufanov e Iair Horntre, tutti rapiti dal kibbutz Nir Oz durante il massacro del 7 ottobre 2023.

Gli ostaggi liberati questa mattina hanno tutti doppia cittadinanza. Sagui Dekel-Chen, cittadino israelo-americano, fu tra i primi a dare l’allarme quando i miliziani di Hamas fecero irruzione nel kibbutz. L’ultima comunicazione con il padre, Jonathan Dekel-Chen, docente alla Hebrew University e originario del Connecticut, risale alle 9:30 di quel giorno. Anche la madre di Sagui, Neomit, fu sequestrata, ma venne salvata dai soldati israeliani che, da un elicottero, aprirono il fuoco sui rapitori mentre la stavano portando verso Gaza, uccidendoli.

Poi c’è Alexander Sasha Trufanov, in possesso della cittadinanza russa e israeliana, spesso ritratto in video dalla Jihad islamica che finoa ieri a continuato a diffondere immagini del giovane. Era stato rapito assieme alla madre Yelena (Lena), alla nonna Irena Tati e alla sua ragazza, Sapir Cohen. Il padre, Vitaly Trufanov, fu ucciso il 7 ottobre. Yelena e Irena vennero liberate il 29 novembre su richiesta del presidente russo Vladimir Putin, mentre Sapir Cohen fu rilasciata il giorno successivo nell’ambito di una tregua di una settimana. Il 3 febbraio scorso, durante una visita a Mosca, una delegazione di Hamas aveva garantito che anche Trufanov sarebbe stato presto rilasciato.

Il terzo ostaggio liberato è Yair Horn, che possiede la doppia cittadinanza israeliana e argentina. Rapito dalla sua abitazione a Nir Oz, anche suo fratello Eitan fu sequestrato, non era tra i 33 ostaggi previsti nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco. Nei mesi scorsi, il padre Itzik Horn, argentino residente in Israele da 23 anni, aveva lanciato un appello tramite l’Adnkronos a Papa Francesco affinché intervenisse per favorire la liberazione degli ostaggi.

Sul palco, bandiere di Hamas e della Jihad islamica, oltre a manifesti di propaganda, tra cui una foto del defunto leader di Hamas, Yahya Sinwar, che guarda la Cupola della Roccia a Gerusalemme con una didascalia in inglese, ebraico e arabo che dice "Nessuna migrazione tranne che a Gerusalemme", in riferimento al piano del presidente degli Stati Uniti. I terroristi di Hamas sono arrivati al punto di rilascio degli ostaggi a Khan Yunis indossando uniformi e giubbotti militari dell'Idf e portando con sé armi rubate all'esercito israeliano durante il massacro del 7 ottobre. Ulteriore dettaglio macabro: durante la solita sceneggiata propagandistica, Hamas ha posizionato sul palco una clessidra con le immagini dell'ostaggio Matan Zangauker e di sua madre Einav, una delle più importanti sostenitrici del rilascio dei prigionieri, con la didascalia: "Il tempo stringe". Si dice che Hamas intendesse consegnare la clessidra a uno degli ostaggi liberati, affinché la consegni alla famiglia di Zangauker.
Inoltre, Hamas avrebbe fatto a Sagui Dekel-Chen un "regalo" in riferimento alla nascita di sua figlia, Shahar, che non ha mai incontrato. Shahar è nata quattro mesi dopo il rapimento di Dekel-Chen il 7 ottobre.

Gli ostaggi, una volta liberati, hanno preso la parola di fronte alla folla, composta da centinaia di persone radunatesi per assistere all'evento. La procedura di rilascio è avvenuta senza incidenti, alla presenza di numerosi combattenti delle fazioni armata palestinesi. I tre uomini sono apparsi brevemente su un palco, visibilmente dimagriti, circondati da combattenti a volto coperto e filmati da telecamere e droni. Durante la breve apparizione, gli ostaggi hanno tenuto in mano i certificati di liberazione con le loro foto. Un comandante di Hamas armato con un fucile israeliano ha supervisionato il passaggio di consegne. I dettagli del processo di rilascio sono stati ulteriormente formalizzati con la firma di documenti sul palco da un membro della Croce rossa e un combattente palestinese.

Secondo l'organizzazione di difesa dei diritti umani Palestinian Prisoners' Club, Israele rilascerà oggi 369 detenuti palestinesi in cambio degli ostaggi: si prevede che 24 di loro saranno deportati. La stragrande maggioranza di loro, 333 persone, sono “prigionieri della Striscia di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre”, afferma il gruppo. Tra i più noti tra coloro che saranno rilasciati c'è Ahmed Barghouti, 48 anni, stretto collaboratore del capo di Fatah e leader della Seconda Intifada Marwan Barghouti, arrestato nel 2002.

Barghouti sta scontando 13 ergastoli per aver compiuto una serie di attacchi terroristici in cui hanno perso la vita 12 israeliani: secondo le prime indiscrezioni, pare sia destinato a essere deportato all'estero tramite l'Egitto.

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