![Fermiamo il degrado delle nostre città](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2023/11/08/1699435107-ilgiornale2-20231108101755391.jpg?_=1699435107)
Buongiorno Dott. Feltri,
ieri sera la trasmissione Fuori dal coro mi ha offerto un florilegio di ciò che avviene in molte città dove i migranti bivaccano, rendendo insicura la vita dei residenti. In una di queste un comitato di cittadini ha chiesto al sindaco un contributo per vendere i loro appartamenti e andare via, non potendone più di spaccio, furti, lotte tra rivali. Il servizio televisivo ha mostrato chi si ribella ai controlli delle forze dell'ordine, sale su bus, treni e autobus senza pagare il biglietto
e alla prima contestazione scatena la violenza. Per non parlare dei furti negli appartamenti. Mi spieghi, per cortesia. Si può vivere cosi? I signori dell'accoglienza indiscriminata diano risposta ai cittadini. La maggior parte dei migranti (tutti forniti di telefonino) non ha voglia d'integrarsi, restano ancorati alle loro tradizioni, usi e costumi, la cronaca lo mostra continuamente. A un certo punto la trasmissione è stata interrotta per far posto alle notizie del telegiornale: sono rimasta sbalordita nel
sentire una persona affermare che l'Italia è un Paese accogliente, e francamente Le dirò che è stata tanta la rabbia nel sentire tali parole che ho spento la televisione.
Cordiali saluti.
Cecilia Pollio
Cara Cecilia,
per anni il problema della insicurezza crescente è stato negato e nascosto allo scopo di non mettere in discussione un sistema di accoglienza fondato sul principio errato che coloro che sbarcano illegalmente sulle nostre coste siano profughi, quindi individui aventi diritto di asilo, e che sia dunque nostro obbligo accoglierli e provvedere al loro mantenimento. Si è parlato di percezione di insicurezza e siamo stati persuasi da media e politici di una certa parte politica che si trattasse di una nostra sensazione, assolutamente errata e fomentata dalla destra, quella di vivere in città sempre più pericolose. Penso, ad esempio, a Beppe Sala, sindaco di Milano, città più insicura d'Italia, il quale negli ultimi anni ha dichiarato più volte che nel capoluogo lombardo non sussiste alcun problema di criminalità, contestando anche quei cittadini, come l'influencer Chiara Ferragni, i quali esprimevano sulla rete la loro preoccupazione nel vedere una metropoli sempre più allo sbando.
Invece, stiamo toccando con mano le conseguenze, gli effetti e le ripercussioni di quelle politiche di sinistra che hanno fatto dell'Italia una landa raggiungibile da chiunque. Quelle masse di immigrati che abbiamo incamerato si ritrovano a vivere in strada con lo status non di profughi, poiché non lo sono, ma di irregolari, i quali non possono lavorare, non vogliono lavorare, e tirano a campare in qualche modo dandosi al crimine. Condizioni esistenziali, per di più, che ne fanno uscire il peggio, che li rendono sempre più
violenti, rabbiosi. I nostri centri urbani sono gremiti di questa gente e vedrei con favore una soluzione come quella adottata da Donald Trump, il quale ha promesso e ha mantenuto la parola data agli elettori: i rimpatri dei clandestini e dei criminali sono stati da subito massicci. Di questo avremmo bisogno per ristabilire l'ordine e la sicurezza, per tornare ad impossessarci dei nostri spazi urbani, per smetterla di dovere abbandonare interi quartieri, di scappare da luoghi che diventano sempre più degradati, per cessare di vivere nella paura, anzi nel terrore. Sono favorevole altresì al ritiro della cittadinanza italiana a quei migranti che si rendano autori di condotte criminose. E anche in questo caso sarebbe da operare il rimpatrio, peraltro rapidissimo. È assurdo che queste attività e queste operazioni legittime dello Stato siano considerate e viste come abusi e atti di razzismo e di nazismo, come se fare rispettare le regole, pretendere che tutti si adeguino alla legge, abbia a che fare con il fascismo e non con la democrazia.
L'accoglienza è stata un fallimento. Qualcosa che ha impoverito le casse dello Stato, favorito le associazioni a delinquere, diffuso una mentalità assistenzialistica, ossia l'idea che chi arriva qui debba godere di vitto e alloggio e non contribuire al benessere sociale, incoraggiato l'esodo di massa dagli Stati africani, fatto crescere il numero dei morti in mare, aumentato la miseria e soprattutto il crimine. È un fatto che sono lievitati i delitti sulle strade, compiuti soprattutto da immigrati. Possiamo mistificare i dati? No.
Non vedo altra soluzione
se non la chiusura dei nostri confini, che abbiamo il diritto e il dovere di controllare, e, come ho detto, i rimpatri da operare su ampia scala, in modo rapido, veloce, impositivo. I clandestini che la magistratura ci obbliga a portare in Italia dovrebbero essere imbarcati sugli aerei non appena sbarcati dalle navi. Basta con la tolleranza, basta con il buonismo e basta pure con la rassegnazione.
Per quanto riguarda le forze di polizia, esse non potrebbero fare di più e meglio. Il problema non risiede nella loro assenza dal territorio, ma semmai in quella cultura di sinistra che indebolisce la figura del poliziotto screditandola, indicandola come nemica dei cittadini e degli immigrati. La sinistra coltiva, non solo all'interno dei centri sociali, una mentalità anti-Stato che vede nei poliziotti gli «sbirri», quei servitori dello Stato da malmenare, da aggredire, da condannare, da accusare, contro cui lanciare pietre e petardi. Non a caso l'europarlamentare Salis ha condanne passate in giudicato per resistenza a pubblico ufficiale e lancio di materiali pericolosi.
Ed ella è uno degli idoli dei progressisti.Ecco, se vogliamo città sicure, forse dovremmo cominciare con il diffondere il culto dell'ordine, del rispetto delle regole, del senso civico, abbandonando il nuovo e pericoloso culto di chi delinque.
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