L’Occidente sarebbe a un passo dall’inviare truppe in Ucraina. Ne è convinto il primo ministro ungherese Viktor Orban, che su Facebook ha sottolineato come il conflitto in corso tra Mosca e Kiev “non è la nostra guerra”. Il leader di Budapest ha anche aggiunto che in Europa si respira “un’atmosfera bellicosa” e che l’Unione è vicina all’essere trascinata nel baratro, perché Bruxelles sta “giocando con il fuoco e facendo arrabbiare Dio”.
“La logica della guerra domina la politica. Vedo preparativi per la guerra da parte di tutti e ovunque. Il segretario generale della Nato ha detto che vuole istituire una missione dell'Alleanza in Ucraina. I leader europei sono già coinvolti in una guerra, vedono questa guerra come la loro guerra e la stanno conducendo come tale”, ha affermato Oran in un’intervista al sito di notizie Ungherese Index. “All'inizio si trattava solo di inviare elmetti, poi si è trattato di sanzioni, ma non di energia, ovviamente. Dopo ancora si è trattato dell'invio di armi: prima armi da fuoco, poi carri armati, aerei, aiuti finanziari per oltre decine di miliardi di euro, e ora circa 100 miliardi di euro queste armi non migliorano la situazione, che, anzi, sta peggiorando”.
Secondo le previsioni del primo ministro, il prossimo passo sarà l’invio di truppe nel Paese invaso dalle truppe del Cremlino. Una possibilità, questa, che come sottolineato più volte da funzionari russi segnerebbe l’inizio del conflitto diretto tra la Federazione e il blocco a guida statunitense. “Dobbiamo lottare per la pace, a casa, a Bruxelles, Washington, alle Nazioni Unite e alla Nato”, ha aggiunto Orban. “Noi ungheresi sappiamo com'è la guerra. Siamo stati coinvolti abbastanza volte. Dobbiamo restarne fuori. Questa non è la nostra guerra. Non la vogliamo e non vogliamo che l'Ungheria torni ad essere il giocattolo delle grandi potenze”.
L’ipotesi dell’invio di militari Nato in Ucraina è stata ventilata per la prima volta a fine febbraio dal presidente francese Emmanuel Macron, convinto che nel prossimo futuro serviranno operazioni sul terreno per contenere l’avanzata delle truppe di Vladimir Putin.
Le sue parole si sono però scontrate con la compatta opposizione della stragrande maggioranza dei Paesi dell’Alleanza, Italia e Germania in testa, che hanno sottolineato come lo schieramento di uomini a Kiev non sia nei piani. L’unica nazione che non ha pronunciato un secco rifiuto è stata la Polonia, che ha comunque rimandato il discorso ad un futuro non meglio precisato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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