Armi, scudo missilistico e Nato: Zelensky svela il "piano della vittoria". Ira di Mosca

Il "piano per la vittoria" svelato dal presidente ucraino stabilisce le precondizioni di Kiev per raggiungere un accordo di cessate il fuoco Ma l'ora più buia di Zelensky è arrivata

Armi, scudo missilistico e Nato: Zelensky svela il "piano della vittoria". Ira di Mosca

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha svelato i dettagli del "Piano per la vittoria" dell’Ucraina in quella che sembra essere davvero una delle ore più buie dei quasi mille giorni di guerra combattuta contro l'aggressore russo. L'obiettivo prefissato è quello di portare la pace "entro l’anno prossimo". Fin dai primi passi del suo intervento ha denunciato l'esistenza di una "coalizione di criminale" costituita da Cina, Corea del Nord e Iran in appoggio a Mosca. Un'idea allineata con la teoria dell'Asse del Male generata dagli americani e sulla quale possono anche concordare, ma che difficilmente accetteranno alcuni nei passaggi essenziali nel piano.

Il tanto atteso "Victory plan" esposto all'attenzione della Verchovna Rada, il Consiglio Supremo dell'Ucraina, fino a ieri oggetto di speculazioni riguardo alcuni "dettagli segreti" del suo contenuto, conteneva un passo che i principali alleati occidentali si sono sempre rifiutati di considerare, e che difficilmente potranno avallare: portare Kiev nella Nato prima della fine del conflitto.

Un piano incentrato sulla "vittoria"

Ciò contravverrebbe alle pretese di Mosca, che in questo momento vanta importanti successi militari nella regione di Donetsk - dove le truppe russe si avvicinano alla città orientale di Pokrovsk - e ha sempre imposto come condizione negoziale essenziale che l'Ucraina rimanesse al di fuori dell'Alleanza Atlantica.

Se iniziamo a muoverci ora secondo questo piano di vittoria, potrebbe essere possibile porre fine alla guerra non più tardi dell’anno prossimo”, ha affermato Zelensky rivolgendosi al parlamento ucraino mentre svelava il piano che non ha entusiasmato gli alleati occidentali. Complice lo stallo del conflitto che nonostante la tattica e le armi ben impiegate dalle truppe scelte di Kiev, non ha portato all'ottenimento dei successi sperati dall'Ucraina per vantare una posizione di forza al futuro tavolo dei negoziati.

Per Zelensky "La Russia deve perdere la guerra contro l'Ucraina. Non può esserci un congelamento del fronte. Non può esserci alcuno scambio riguardo al territorio o alla sovranità dell'Ucraina", e i suoi alleati devono "costringere la Russia a partecipare a un vertice di pace e ad essere pronta a porre fine alla guerra". A tal fine l'Ucraina proporrebbe lo schieramento sul suo territorio di "misure deterrenti strategiche non nucleari". Un punto che viene dettagliato nell'allegato segreto presentato esclusivamente Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Italia e Germania.

L'adesione dell'Ucraina alla Nato, il consenso degli occidentali - in particolare gli Stati Uniti - all'impiego di armi a lungo raggio per colpire obiettivi militari in profondità nel territorio russo; la fornitura di ulteriori risorse militari per rafforzare le difese aeree ucraine e fermare le armi di precisione russe che puntano alla distruzione sistematica delle infrastrutture chiave, insieme ad una ulteriore intensificazione delle sanzioni contro la Russia sono "centrali" del piano che si basano su elementi non nuovi, ma sulle richieste che Kiev avanza da un anno a questa parte.

Obiettivi mancati

L'operazione nell'oblast russo di Kursk ha sempre fatto parte del Piano della vittoria, aveva già spiegato Zelensky, ma la testa di ponte ottenuta in territorio russo non ha ottenuto risvolti strategici essenziali quanto la rottura del fronte guadagnata dai russi nel Donetsk. Determinati successi strategici, uniti alla capacità di colpire i russi in profondità, oltre le linee rosse attualmente imposte dai partner occidentali, sono sempre stati elementi necessari per poter iniziare il processo di negoziazione della pace con Mosca.

Secondo gli analisti, il piano della vittoria Zelensky mira a ricevere un'approvazione prima del giuramento del prossimo presidente degli Stati Uniti. Nutrendo evidentemente il timore che una eventuale vittoria del candidato repubblicano Donald Trump decreti un taglio significativo agli aiuti finanziari e militari che stanno sostenendo l'Ucraina. Ormai duramente provata, a tutti i livelli, da questi due anni e mezzo di conflitto.

Dopo aver preso nota del piano di Zelensky il Cremlino ha invito l'Ucraina a "svegliarsi" perchè "la politica di Kiev è senza prospettiva". I russi hanno accusato il presidente ucraino di aver proposto una "narrazione del conflitto diametralmente opposta" alla realtà sul campo.

Nonostante l'incertezza proiettata da informazioni non sempre attendibili o riscontrabili - oggetto della più complessa guerra di propaganda mai messa in atto nella storia - è ormai evidente quanto a livello militare Kiev si trovi in "inferiorità numerica" rispetto a Mosca. Che storicamente ha sempre puntando sulla sua capacità di resistere in attesa che l'avversario giungesse allo stremo delle forze.

A dimostrazione di questo affaticamento, la necessità della coscrizione obbligatoria che sta assistendo a severi controlli da parte dei reclutatori che stanno passando al "setaccio" i locali di Kiev e dei grandi centri come Dinpro e Kharkiv, per andare alla ricerca di "uomini in età militare" non registrati per il servizio di leva.

Il rifiuto di combattere per la libertà, lo slogan che la Nato continua a proporre inviando armi, è il chiaro segnale che per Zelensky non è più tempo per chiedere "sangue, fatica, lacrime e sudore" come fece Winston Churchill, spesso paragonato al leader ucraino, di fronte al parlamento e al popolo. Sono già stati versati in due anni trascorsi sul campo di battaglia.

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