Gli Usa: "Se l'Iran attacca ci saranno conseguenze catastrofiche"

Washington fa sapere a Teheran di essere pronta al peggiore degli scenari, in caso di attacco iraniano a Israele

Gli Usa: "Se l'Iran attacca ci saranno conseguenze catastrofiche"
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Gli Stati Uniti inviano un messaggio diretto a Teheran: "pronti a ogni eventualità nel caso di un attacco iraniano a Israele" che, fortunatamente, ancora tarda ad arrivare. A riferirlo un alto funzionario dell'amministrazione Biden, rispondendo a una domanda sulla possibilità che, a un attacco del regime degli ayatollah possa fare seguito una risposta su territorio iraniano degli Usa e degli alleati francesi e britannici.

L'Iran subirà, dunque, conseguenze "catastrofiche" in caso di attacco contro Israele. Lo afferma un alto funzionario americano che ha chiesto anonimato. "Vorremmo dissuadere gli iraniani da prendere questa strada perchè le conseguenze sarebbero catastrofiche, in particolare per l'Iran", ha aggiunto, mettendo in guardia contro qualsiasi attacco che possa "far deragliare" le delicate discussioni su una tregua nella striscia di Gaza.

Il Presidente Joe Biden ha assicurato che le parti in conflitto a Gaza non sono "mai state così vicine" a un accordo su un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, dopo due giorni di discussioni in Qatar durante i quali i mediatori americani hanno presentato una proposta rielaborata. "Era Hamas, un gruppo legato all'Iran, che ha iniziato questa guerra il 7 ottobre, e sarebbe ironico se l'Iran intraprendesse qualcosa per far deragliare in sostanza quello che riteniamo essere la migliore opportunità da diversi mesi di ottenere un accordo molto completo sul fuoco e la liberazione degli ostaggi", ha assicurato l'alto funzionario americano citato in precedenza.

Il ministro degli esteri israeliano, Israel Katz, ha detto che si aspetta che i suoi alleati "si uniscano a Israele" per "attaccare l'Iran" se la Repubblica islamica attaccherà Tel Aviv. Interrogato sulle dichiarazioni di Israel Katz, l'alto funzionario americano ha semplicemente assicurato che gli Stati Uniti si stanno preparando.

Intanto, si è tento un nuovo colloquio telefonico tra Lloyd Austin e Yoav Gallant. Secondo quanto riferito dal portavoce del Pentagono, il segretario alla Difesa americano ed il ministro della Difesa israeliano hanno parlato dell'"instabilità regionale e del crescente rischio di escalation da parte dell'Iran, degli Hezbollah libanesi e dei gruppi terroristici sostenuti dall'Iran in tutto il Medio Oriente". Austin ha informato Gallant che "gli Stati Uniti continuano a monitorare i piani di attacco da parte dell'Iran e dei suoi proxy e sono ben posizionati nella regione per difendere Israele e proteggere il personale e le strutture statunitensi". I due ministri hanno anche discusso dei "progressi compiuti per garantire un cessate il fuoco e il rilascio di tutti gli ostaggi, tra cui otto americani, tenuti prigionieri da Hamas a Gaza".

Ore ad altissima tensione dove si sta giocando su due tavoli paralleli, quello Israele-Hamas e quello Iran-Israele. Lo stesso funzionario, discutendo con un gruppo ristretto di giornalisti dei progressi fatti nei colloqui di Doha, è poi entrato a gamba tesa sulla conduzione di questi ultimi. A suo dire, le dichiarazioni di Hamas di queste giorni non devono essere prese "troppo sul serio". Se Hamas dovesse dire di no all'accordo, ha aggiunto il funzionario, dovrebbe pensare alle conseguenze per la gente di Gaza, perché "l'accordo è stabilito ed è pronto per essere implementato".

Le ultime 48 ore a Doha, a quanto sembra, sarebbero state "le più costruttive da molti mesi" a questa parte, a detta di Washington. Siamo alle "battute finali", ha sottolineato il funzionario parlando con un gruppo ristretto di giornalisti. Le parti, ha detto, si riuniranno di nuovo al Cairo "prima della fine della prossima settimana". Notizie che fanno ben sperare, peché ogni passo verso la tregua tra Hamas e Israele, potrebbe allomtanare l'ipotesi di un attaco letale da parte dell'Iran. Ed è dunque cofermata la notizia del viaggio del segretario di Stato Antony Blinken alla volta di Israele, questo sabato. La conferma giunge da fonti ufficiali Usa.

Intanto, anche la Repubblica islamica mantiene una finestra, indirettamente spalancata, su Doha: il premier del Qatar, Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri dell'Iran e lo ha informato sui colloqui per un accordo su Gaza. Si è trattato della seconda telefonata tra i due negli ultimi due giorni. Al-Thani avrebbe sottolineato al suo omologo iraniano la necessità di smorzare la situazione nella regione.

Al Thani ha "esortato l'Iran alla de-escalation e ha sottolineato la necessità di mantenere la calma": il premier del Qatar ha messo in guardia la Repubblica Islamica, suggerendo di considerare le conseguenze gravi di un attacco soprattutto in questo momento.

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