L’attacco iraniano contro Israele è finito dopo poche ore. Secondo fonti governative dello Stato ebraico, il regime di Teheran ha lanciato 185 droni, 36 missili da crociera e 110 vettori terra-terra. Il 99% delle minacce è stata intercettata dalle forze di Tel Aviv e dai suoi alleati al di fuori del suo spazio aereo e i danni sono stati minimi. L’attesa, ora, è per la risposta armata delle Idf.
Le posizioni di Iran e Israele
Il governo della Repubblica islamica ha dichiarato che l’azione è rientrata “nell'esercizio del diritto di Teheran all'autodifesa, sancito nell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite” e che la questione “è conclusa”, sottolineando che utilizzerà una forza maggiore se "il regime israeliano dovesse commettere nuovamente un'aggressione militare". Nei giorni precedenti l’attacco e anche durante il raid, però, il premier Benjamin Netanyahu ha promesso che l’esercito ebraico avrebbe risposto a qualunque aggressione nei suoi confronti e, una volta terminate le operazioni di difesa, il Consiglio di guerra si è riunito per valutare una ritorsione adeguata che, stando a quanto riportato dal New York Times, Israele ha intenzione di coordinare con i suoi alleati. Secondo fonti di Tel Aviv, l'attacco avrebbe provocato una trentina di feriti lievi, tra cui una bambina di sette anni ricoverata in ospedale per un trauma cranico.
Le reazioni internazionali: appelli alla moderazione
Gli Stati Uniti hanno dichiarato la loro contrarietà ad un’azione di ritorsione. Durante un colloquio telefonico, il presidente Joe Biden ha chiesto a Netanyahu di astenersi dal rispondere all’attacco per evitare un’ulteriore escalation. La Nbc ha riferito che il leader della Casa Bianca ha espresso privatamente il timore che il primo ministro di Tel Aviv voglia trascinare maggiormente Washington nel conflitto, attaccando la Repubblica islamica senza pensare alle potenziali conseguenze. Stando a quanto riportato dalla Cnn, Biden avrebbe ribadito a Netanyahu che le forze americane non prenderanno parte ad alcuna operazione diretta contro l’Iran. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha però sottolineato che “non esiteremo ad agire per proteggere le nostre forze e sostenere la difesa di Israele”.
Appelli alla moderazione sono giunti da più parti. Il vice rappresentante permanente di Mosca alle Nazioni Unite ha evidenziato come un’ulteriore escalation tra la Repubblica islamica e lo Stato ebraico “potrebbe portate a una nuova acuta crisi in Medio Oriente”. Il ministero degli Esteri di Pechino ha invitato le due parti a “rimanere calme”, affermando come le tensioni siano una conseguenza della guerra a Gaza che deve essere fermata il prima possibile.
Il governo egiziano ha dichiarato di essere in “costante contatto con le parti in causa per contenere la crisi e fermare l'escalation” e ha invitato sia Teheran, sia Tel Aviv ad esercitare estrema moderazione per “evitare ulteriori tensioni e instabilità nella regione”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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