Evgenij Prigozhin appare in video per la prima volta dall'ammutinamento di due mesi fa contro il governo di Vladimir Putin e fa capire di trovarsi in Africa, continente che negli anni è diventato il terreno di operazioni privilegiato dei mercenari del suo gruppo Wagner. "Qui fa caldo. La temperatura è di cinquanta gradi", dice Prigozhin nel video diffuso dal canale fiancheggiatore e militarista Grey Zone. "Stiamo lavorando", dice l'ex "Chef" di Vladimir Putin, "per rendere il nostro Paese sempre più grande in tutti i continenti e l'Africa sempre più libera". Prigozhin, vestito in mimetica e con un mitra in mano, lancia un invito ai cittadini russi a continuare ad arruolarsi nella Wagner.
Reuters e Associated Press, usufruendo del consiglio di analisti esperti, hanno provato a geolocalizzare il video, senza riuscirvi. Tuttavia The Guardian ha avuto modo di scoprire che "canali dei social media russi collegati al leader mercenario hanno detto che Prigozhin stava reclutando combattenti per lavorare in Africa e invitando anche investitori dalla Russia a mettere soldi nella Repubblica Centrafricana attraverso Russian House, un centro culturale nella capitale della nazione africana", Bangui. La Repubblica Centrafricana è uno dei Paesi in cui Prigozhin potrebbe trovarsi. Altri potenziali candidati sono Mali e Burkina Faso, Stati governati da giunte militari golpiste salite al potere negli ultimi anni e che hanno usufruito dei servizi della Wagner per consolidare il loro potere e contrastare l'insorgenza terroristica.
La presenza di Prigozhin in Africa, qualora fosse confermata, si presterebbe a diverse interpretazioni di valore politico e strategico. In primo luogo, permetterebbe di capire il perché della difficile reperibilità del comandante mercenario che ha guidato i suoi miliziani alla presa di Bakhmut prima e all'insurrezione contro Putin poi dopo il ritiro dei suoi uomini in Bielorussia. In secondo luogo, darebbe un'inquadratura particolare alla notizia della presunte uscita dalla Bielorussia stessa di colonne della Wagner nelle ultime settimane, dando per elevata la probabilità che non si tratti di una rottura del patto a tre tra Alexander Lukashenko, Vladimir Putin e Prigozhin ma di un rischieramento dei mercenari in Africa. Terzo, mostrerebbe la rinnovata volontà della Wagner di fare dell'Africa il suo santuario anche negli anni a venire, consolidando un trend che vuole la rete imprenditoriale dell'organizzazione mercenaria fare affari miliardari tra appalti pubblici, traffico di armi, estrazione e contrabbando di materie prime e attività varie nel continente.
Ma soprattutto, quarto e ultimo punto, "Prigozhin l'Africano" potrebbe dare un nuovo senso alla posizione della Russia in Africa. Per sanare gli effetti di quello che Putin ritiene un tradimento da parte di Prigozhin la Wagner potrebbe di fatto diventare la "centrale appaltante" delle attività russe in Africa trasformandosi da lunga mano della Russia ad artefice stessa della sua presenza. Con compiti sempre più coordinati con la madrepatria e capaci di unire ricerca di affari e proiezione geopolitica. In questo cambio di paradigma, non sarebbe più la Russia ad aprire spazi politici e diplomatici utilizzando l'invio dei mercenari, ma la Wagner a muoversi in relativa autonomia rivendicando a Mosca sfere d'influenza crescenti. Questo è quello che può, ad esempio, accadere in Niger, Paese sul cui golpe del 26 luglio, apertamente anti-occidentale, Mosca non ha messo il cappello. Ma di cui si può avvantaggiare qualora la giunta golpista di Niamey chiedesse aiuto a Prigozhin e alla Wagner per contrastare l'insorgenza jihadista nel Paese e avere un nume tutelare alle spalle in un Paese ove sono presenti ampie guarnigioni occidentali.
Nella "cintura dei golpe" che unisce Mali, Niger e Burkina Faso, nella Repubblica Centrafricana santuario della Wagner nel Sahel e, in prospettiva tra Ciad e Sudan Prigozhin e i suoi hanno un territorio dove muoversi senza particolari disturbi e rivendicare alla Russia sfere d'influenza.
Per Prigozhin essere in Africa metterebbe inoltre al sicuro dalla volontà personale di Putin di regolare i conti con lui e la Wagner aprendo, in prospettiva, alla difesa della sua capacità di giocare un ruolo nel sistema russo di oggi e domani. Mostrando quanto la ritirata dopo il golpe tentato del 23-24 giugno non sia stata, per lui, uno scacco definitivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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