"Sarà un aiuto umanitario": Mosca pronta a salvare la Transnistria dalla crisi del gas

La Russia condiziona la sua disponibilità ad aiutare la Transnistria a superare la crisi in cui è precipitata la regione dall'inizio dell'anno all'assistenza di Chisinau

"Sarà un aiuto umanitario": Mosca pronta a salvare la Transnistria dalla crisi del gas
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Dopo lo stop al gas russo attraverso l'Ucraina, Mosca è pronta a correre in soccorso della Transnistria che rischia di restare al gelo. Il Cremlino ha dichiarato di essere disposto a fornire gas alla regione separatista della Moldavia in crisi energetica. La Russia non ha fornito dettagli su come, se o quando sarebbe disposta a riprendere le forniture.

La Russia ha interrotto le forniture di gas alla Transnistria il 1° gennaio a causa di una disputa sul debito con il governo moldavo, lasciando i 400.000 residenti senza riscaldamento o acqua calda. "Mosca è pronta a fornire aiuto alla Transnistria", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, senza fornire dettagli specifici. "Ma puramente dal punto di vista logistico, devono essere intraprese azioni dalla parte moldava per garantire la fornitura di gas. Finora - ha aggiunto - non abbiamo sentito alcuna dichiarazione sulla loro prontezza".

La Russia ha accettato di rifornire gas alla Transnistria "su base umanitaria", ha annunciato il leader della regione separatista e filorussa Vadim Krasnoselsky, di ritorno da una missione a Mosca. Krasnoselsky non ha precisato quando riprenderà il flusso e neanche su quale percorso. "Stiamo ancora lavorando ai dettagli tecnici", ha affermato. Dal 2022 la Moldova aveva tagliato le importazioni di gas russo a uso interno e acquistava il gas di cui ha bisogno dalla Romania. Gazprom riforniva Tiraspoltransgaz senza costi per Tirasopol che trasferiva il conto a Chisinau. La Russia ha rifiutato di deviare il suo gas su TurkStream condizionando la ripresa del flusso al pagamento del debito da parte di Chisinau.

Con la scadenza del contratto di transito quinquennale tra la russa Gazprom e l'ucraina Naftogaz, a fare maggiormente le spese del taglio russo sono stati Paesi come la Slovacchia e, soprattutto, la Moldavia. Gazprom aveva infatti ribadito l'annuncio fatto alla fine del 2024 in base al quale Chisinau non avrebbe più ricevuto le forniture di gas da convogliare verso la Transnistria. "La Russia usa l'energia come un'arma politica", era stato il commento del primo ministro moldavo Dorin Recean, il quale è tornato all'attacco, facendo intuire la sua volontà di nazionalizzare Jsc Moldovagaz, la società energetica che gestisce il gas e che è detenuta al 50% da Gazprom. "Abbiamo chiesto al ministro della Giustizia di rivedere la legislazione sulle nazionalizzazioni, per poter recuperare i beni strategici sequestrati con la forza e con il ricatto", aveva dichiarato il premier moldavo.

Secondo quanto riportato da Kommersant, le autorità russe e la dirigenza della regione separatista moldava della Transnistria stanno valutando un piano per fornire gas alla regione tramite acquisti sul mercato europeo, facilitati da una società intermediaria, con costi coperti dal bilancio federale russo.

Alcune fonti hanno riferito a Kommersant che, in base all'accordo proposto, da gennaio ad aprile verrebbero acquistati fino a tre milioni di metri cubi di gas al giorno. Si stima che il costo totale per questo periodo potrebbe raggiungere i 164 milioni di dollari.

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