Il leader del gruppo HHayat Tahrir al-Shams che ha rovesciato il regime di Basgar al-Asssad in Siria, si è concesso ai microfoni del Tg1, diretto da Gian Marco Chiocci. Al Jolani, il capo militare che ora promette la rottura con il jihadismo e un freno alla deriva islamista, si mostra alle tv straniere nel tentativo di intestarsi un credito diplomatico, sul modello dei Talebani in Afghanistan, quattro anni fa. L'intervista è stata condotta a Damasco in un luogo segreto da Leonardo Zellino, nella giornata di ieri.
Su due punti preme la nuova guida "spiriturale" siriana: dovrà avvenire prima un censimento per stabilire il numero di siriani all'estero, che potrebbero ammontare alla metà della popolazione. Solo dopo questo passaggio, potranno svolgersi libere elezioni. Ma come ha specificato pià volte, sarà una scelta del popolo siriano stablire i contorni del nuovo stato. Dopo la fase di transizione appena iniziata, si passerà a una nuova fase in cui verrà creato il Congresso Nazionale Generale. Da qui verranno create commissioni che plasmeranno la Siria del futuo. Poi, le elezioni. "La Siria è stremata dalla guerra e non pensa al conflitto con nessuno", ha risposto Al Jolani, interrogato sui futuri rapporti con Israele. "La questione arabo-israeliana è complessa difficile ora per la Siria entrare nei dettagli".
"Ogni popolo è libero di decidere del suo Stato - ha dichiarato Al Jolan - Noi ora siamo ancora in una fase di passaggio dei poteri, poi passeremo alla seconda fase che riguarda il Congresso nazionale". Il leader di Hts ha spiegato che "nell'ambito del congresso verranno create delle commissioni costituzionali con degli esperti che decideranno la giurisdizione del Paese, che forma avrà lo stato. Dopodiché sarà sottoposto al giudizio del popolo".
"La maggior parte di chi vive all'estero non ha legami giuridici con la madrepatria perché il regime precedente negava questa possibilità. Non permetteva di ottenere il passaporto e tutto quello che riguarda nascita e registrazione", ha spiegato il capo di Hts. "La Siria ha bisogno di un nuovo censimento e quando il ministero degli Esteri inizierà a lavorare avrà bisogno di tempo per poter contattare la comunità siriana che vive all'estero. Quando questo censimento sarà completato, saremo in grado di procedere alle elezioni. Questa è la strada da seguire", ha dichiarato.
Intanto, al Jolani stabilizza il sostegno turco con Recep Tayyip Erdogan che ha ribadito che la Turchia collaborerà in diversi ambito con il nuovo governo siriano e che conferma che il dialogo con Hayat Tahrir al Sham, andrà avanti. "Sosteniamo un processo di transizione politica in Siria per essere sicuri non vi siano incidenti. Soprattutto con Al Jolani il dialogo va avanti, discutiamo dei nomi dei membri del governo siriano, ma anche di collaborazioni nell'ambito della Difesa, energia e istruzione", ha dichiarato Erdogan di rientro dal vertice D-8 del Cairo.
Il vicesegretario statunitense per gli Affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf, al termine dell'incontro in Siria con al-Jolani, ha definito l'incontro "produttivo". Una conferenza stampa, scrive il Times of Israel, programmata dalla delegazione di Leaf in visita a Damasco è stata "annullata per motivi di sicurezza", ha affermato un funzionario dell'ambasciata statunitense. Intanto Al Jazeera riferisce che, durante l'incontro di oggi a Damasco tra le delegazioni di alto livello degli Stati Uniti e del gruppo islamista siriano, le parti hanno discusso la possibilità di rimuovere le sanzioni internazionali contro la Siria e di eliminare HTS dalla lista delle organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti.
Lunedì il
nuovo leader siriano incontrerà una delegazione italiana. Al Jolani, in un'intervista al Tg1, ritiene che con l'Italia sarà possibile avere un partenariato e un aumento degli "scambi commerciali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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