Scacco alla flotta russa: le conseguenze dell'attacco ucraino a Sebastopoli

Il danneggiamento della nave di soccorso Kommuna, l'unica in grado di salvare gli equipaggi di sommergibili affondati, potrebbe avere gravi conseguenze per la strategia di Putin nel Mar Nero

Scacco alla flotta russa: le conseguenze dell'attacco ucraino a Sebastopoli
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L’attacco ucraino alla nave Kommuna di domenica 21 aprile potrebbe avere gravi conseguenze per le operazioni russe nel Mar Nero. Il vascello ultracentenario, al servizio della marina di Mosca dal 1915, è infatti l’unico specializzato nel soccorso degli equipaggi di sottomarini affondati grazie alla sua flotta di robot teleguidati e “mini-sommergibili” in grado di raggiungere profondità di mille metri. Non è ancora nota l’entità dei danni subiti dall’imbarcazione, ma il fatto che sia stata messa fuori uso potrebbe avere importanti conseguenze a livello psicologico.

La campagna marittima di Kiev ha provocato gravi danni alle forze navali del Cremlino. Droni e missili hanno trasformato le acque a occidente della Crimea in una trappola mortale e costretto il comando della Federazione a ordinare il trasferimento di buona parte delle imbarcazioni sopravvissute a est, nel porto di Novorossysk. Gli unici vascelli in grado di navigare in relativa sicurezza sono i sottomarini di classe Kilo, che restano in immersione e lanciano i missili Klibr contro le città ucraine. Gli equipaggi di questi scafi d’acciaio dovranno ora avventurarsi nelle acque nemiche senza il supporto della sola nave in grado di salvarli nel caso in cui dovessero affondare.

In molti ritengono che la Kommuna sia arrivata alla fine della sua lunga carriera. Se anche dovesse essere riparata, rimarrà paralizzata per mesi. È probabile, quindi, che si assisterà ad un’ulteriore riduzione delle operazioni delle forze di Mosca nel Mar Nero, in un momento cruciale in cui gli ucraini sono costretti sulla difensiva dalla mancanza di munizioni e i russi sono riusciti a riprendere l’iniziativa lungo tutto il fronte. La flotta, inoltre, non riceverà rinforzi perché i turchi non permettono il passaggio di vascelli di Paesi belligeranti dal Bosforo.

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Gli ucraini sono dunque riusciti a togliere dall’equazione un tassello fondamentale per la strategia di Vladimir Putin. Questo successo aiuterà a ridurre la pressione sui centri abitati della nazione invasa, martellati dai costanti bombardamenti di missili e droni, ma non sarà sufficiente a capovolgere la situazione.

Il pacchetto di aiuti approvato dalla Camera dei rappresentanti Usa fornirà ai difensori un supporto vitale, in particolare per quanto riguarda i sistemi di difesa antiaerei, ma se i russi continueranno ad attaccare senza sosta i fondi stanziati da Washington si esauriranno rapidamente. Il 2024 si prospetta sempre di più come l’anno decisivo per le sorti di questo conflitto

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