Trovato il corpo dell'attivista anti-torture

Il cadavere di Hamada era nel carcere di Sednaya

Trovato il corpo dell'attivista anti-torture
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Era diventato il simbolo dei crimini commessi dal regime di Assad. Il corpo dell'attivista Mazen al-Hamada è stato ritrovato nel famigerato carcere di Sednaya, detto «il mattatoio umano». Hamada era uno degli attivisti antigovernativi più importanti della Siria e ha trascorso anni all'estero raccontando gli abusi subiti a Sednaya. Qui l'attivista era stato detenuto per oltre un anno e mezzo con l'accusa di aver tentato di introdurre illegalmente latte in polvere per neonati nel 2012. Per anni ha parlato degli abusi fisici, mentali e sessuali subiti in prigione, le scosse elettriche e come venne appeso al soffitto con catene che gli hanno lasciato solchi nei polsi. Dopo aver trovato rifugio in Olanda, Hamada aveva deciso di tornare a Damasco all'inizio del 2020 e nonostante i suoi amici lo avessero sconsigliato.

Alla notizia della sua morte, i social media sono stati inondati di tributi ed espressioni di dolore da parte di attivisti per i diritti umani e della diaspora siriana. «Mazen, ti abbiamo deluso tutti. Mazen, mi dispiace tanto, mi dispiace tanto che questo mondo sia così sporco», ha commentato Celine Kasem, nota attivista siriana, su X.

Dopo il suo rilascio nel 2014, Hamada decise di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti del regime e sulle brutali tattiche utilizzate nelle prigioni del Paese. Per anni ha viaggiato attraverso l'Europa e gli Usa, raccontando gli orrori a cui ha assistito e che ha sopportato.

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