Via il veto su Atacms e Storm Shadow a Kiev: come potrebbero cambiare la guerra

Kiev vuole ricevere il permesso degli Stati Uniti per usare armi offensive a raggio elevato per colpire basi in profondità sul territorio russo. Per il Pentagono questo non cambierebbe comunque gli esiti della guerra. Il rischio escalation, invece, è elevato.

Via il veto su Atacms e Storm Shadow a Kiev: come potrebbero cambiare la guerra
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La Casa Bianca sta "finalizzando" piano per revocare i limiti d'impiego delle armi a "lungo raggio" fornite dei partner occidentali all'Ucraina, che vorrebbe impiegarle per colpire obiettivi militari e basi situate in profondità le territorio russo. Secondo gli analisti del Pentagono, questo non cambierebbe comunque gli esiti della guerra. Ma aumenterebbe sensibilmente il rischio escalation.

Un cambiamento rilevante nella strategia di Kiev

Il governo di Kiev invoca da tempo il permesso degli Stati Uniti per usare le armi con un raggio più elevato - tecnicamente non possono essere considerate "armi a lungo raggio" ma sono piuttosto missili da crociera e missili balistici a corto raggio - che sono entrate a far parte dell'arsenale ucraino per fronteggiare l'invasione comandata da Mosca. La fornitura e l'impiego di questi sistemi d'arma è sempre stata soggetta all'imposizione di alcuni limiti: le ormai note "linee rosse" entro le quali i missili da crociera aviolanciabili Storm Shadow, o Scalp-Eg per i francesi che li forniscono insieme ai britannici (e forse anche al nostro Paese, ndr) che hanno una gittata massima di 250 chilometri una volta rilasciati dal vettore aereo che li trasporta, e i missili tattici superficie-superficie Atacms lanciati da piattaforme mobili terresti Himars con un raggio di 300 chilometri, possono essere utilizzati.

La revoca dello stop di Londra, Parigi e Washington, che si tradurrebbe in un libero impiego in territorio russo di queste armi, se si tiene conto anche della porzione occupata nella regione di Kursk dove le truppe d'élite ucraine mantengono le posizioni dopo la contro-invasione iniziata il 6 agosto, permetterebbe a Kiev di colpire con precisione elevata e letale basi, piste aeree, bunker e depositi di munizioni in Russia. Secondo informazioni da verificare, Kiev controllerebbe ancora un'area di 1.200 km quadrati nel Kursk. Sarebbero almeno 30 i siti militari e le basi russe che potrebbero entrare nel raggio di queste armi. Site nel Circondario federale meridionale e in quello Centrale, ossia quello di Mosca.

Attacchi ben mirati su obiettivi strategici

A causa del loro costo elevatissimo e della ridotta fornitura concessa dalle potenze della Nato - che non producono/acquistano in quantità elevate questi sistemi d'arma - questo tipo di missili sono stati usati dagli ucraini, sempre guidati e coordinati dall'intelligence militare, in attacchi ben mirati dopo scrupolose pianificazioni e acquisizioni di informazioni per "identificare" il target.

Chiaro esempio di questi attacchi sono i raid lanciati contro le base navale di Sebastopoli, dove era schierata gran parte della Flotta del Mar Nero. Il cambio di strategia e la rettifica delle linee rosse da parte dei partner occidentali ha reso l'intero settore della Crimea insicuro per le istallazioni e le piattaforme militari russe giù funestate dagli attacchi di droni navali e aerei.

Kiev chiede di poter usare le stesse armi "contro le basi militari russe lontane dal confine", sul suolo della Federazione Russa che ha sempre messo in guardia la Nato dal consentire all'Ucraina di "colpire il suolo russo" con armi sofisticate. Ragione per la quale l'ipotesi che l'Ucraina sviluppi e impieghi per questi scopi "armi autoprodotte" è sempre stata vista come la via più percorribile a livello diplomatico. E dalle ultime dichiarazioni del presidente ucraino Vlodomir Zelesky sembra essere stata anche percorsa con lo sviluppo del missile da crociare "dronizzato" Palyanitsa.

La Russia nel mirino dei missili di Kiev

Il libero impiego di armi con raggio elevato in territorio russo costringerebbe di fatto Mosca ad "arretrare lo schieramento" delle sue truppe, a spostare quartier generali e linee di approvvigionamento, lasciando le basi sulle quali non potrebbe garantire una difesa antiaerea "a prova di missile" stealth: perché non fa dimenticato che i missili Storm Shadow sono armi sviluppate appositamente per non essere tracciate con facilita dalle difese avversarie.

Le prime basi russe ad entrare del mirino di Kiev sarebbero quelle utilizzate per le lanciare raid aerei con le bombe plananti Fab 3000 e altri siti di vitale importanza per

l'apparato militare russo e per lo svolgimento delle sue operazioni militari in Ucraina. Inutile ricordare come il Cremlino abbia già dichiarato che nel caso di una simile decisione: "La risposta sarà appropriata".

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