"Vuole arruolare richiedenti asilo africani". Cosa c'è dietro la mossa di Israele

Israele starebbe reclutando richiedenti asilo africani per impiegarli in pericolose operazioni militari nella Striscia di Gaza, offrendo in cambio la promessa di uno status di residenza permanente

"Vuole arruolare richiedenti asilo africani". Cosa c'è dietro la mossa di Israele
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Le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno cercando di attirare circa 30mila richiedenti asilo provenienti da Paesi africani, offrendo loro la residenza permanente in cambio dell'arruolamento nell'esercito dello Stato ebraico. La notizia è stata riportata dal quotidiano Haaretz, secondo cui la maggior parte di queste persone era arrivata in Israele per trovare lavoro nel settore agricolo. Tel Aviv li incaricherebbe di effettuare pericolose operazioni militari nella Striscia di Gaza.

La mossa di Israele

Citando funzionari della difesa, il giornale afferma che queste procedure vengono condotte in modo organizzato, con la guida dei consulenti legali dell'establishment della difesa. Tuttavia, "non sono state affrontate le considerazioni etiche relative al reclutamento dei richiedenti asilo", ha aggiunto il quotidiano israeliano. Fonti militari affermano che l'apparato di difesa ha già fatto uso di richiedenti asilo in varie operazioni, alcune delle quali sono state riportate dagli organi di stampa.

"Alcune persone hanno espresso obiezioni a questa pratica, sostenendo che sfrutta le persone fuggite dai loro Paesi a causa della guerra", ha affermato il quotidiano, aggiungendo che queste voci sono state messe a tacere. In base alle informazioni riportate, finora nessun richiedente asilo che ha contribuito allo sforzo bellico avrebbe ancora ottenuto uno status ufficiale. Attualmente, circa 30.000 richiedenti asilo africani risiedono in Israele, tra cui circa 3.500 sudanesi che godono di uno status temporaneo in attesa dell'esito delle loro domande di asilo.

Richiedenti asilo per l'esercito?

Un uomo intervistato da Haaretz, che alla fine ha scelto di non arruolarsi, ha raccontato di essere stato avvicinato da un funzionario della sicurezza israeliano. Quest'ultimo gli avrebbe spiegato che, dopo un periodo di addestramento di due settimane, sarebbe stato schierato insieme ad altri richiedenti asilo. "Ho chiesto: 'Cosa ottengo?' anche se in realtà non stavo cercando nulla", ha riferito l'uomo, identificato come A. "Puoi ricevere documenti dallo Stato di Israele", sarebbe stata la risposta ricevuta. "(Il funzionario ndr) mi ha chiesto di inviargli una fotocopia della mia carta d'identità e ha detto che si sarebbe occupato di queste cose", ha quindi aggiunto ricordando la sua presunta vicenda.

Durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre, tre richiedenti asilo sono stati uccisi. In seguito, molti di loro si sono offerti volontari per lavori agricoli e centri di comando civili. Alcuni sarebbero stati persino disposti ad arruolarsi nelle forze israeliane. Lo scorso 18 dicembre, il ministero degli Esteri sudafricano ha fatto sapere che i cittadini sudafricani che si sarebbero arruolati nell'esercito israeliano durante il conflitto in corso a Gaza avrebbero potuto esser stati perseguiti penalmente in patria.

Nel frattempo è in corso uno scontro sempre più aperto tra Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che si oppone a una grande operazione militare contro il Libano.

Mentre un comandante in posizione di rilievo all'interno dell'Idf spinge per un'offensiva contro Hezbollah, il primo ministro sembra sostenere la richiesta di un'operazione di terra e persino minacciare ancora una volta di licenziare il suo ministro della Difesa. Il capo del Comando Settentrionale, Ori Gordin, sta facendo pressione per lanciare un attacco su larga scala, mentre Gallant e il capo di stato maggiore delle Idf Herzi Halevi sono molto più cauti.

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