Hai sempre fame? Hai più probabilità di diventare alcolizzato

Una ricerca svedese sui topi ha dimostrato che la grelina, l'ormone che stimola l'appetito, regola anche l'esigenza di assumere alcol. Nuove prospettive nella cura dell'etilismo

DANNO E BEFFA. Poniamo che a uno tocchi in dote dal fato e dal dna la piaga della fame. Quella sensazione di stomaco perennemente vuoto, quell'esigenza di ingurgitare cibo per non sentirsi nell'ordine: mancare le forze, svenire, morire (metaforicamente, si intende). Ecco, poniamo che - nel mondo della perfetta forma fisica - a uno tocchi questa disgrazia metabolica. Finora si poteva semplicemente solidarizzare con lui, destinato a una esistenza crocifissa tra dietisti e bilance, calcoli di calorie e yogurt magri. Ma da oggi per il povero disgraziato l'unica speranza è Lourdes (Santiago de Compostela no, perché in Galizia ci sono dei frutti di mare straordinari e il tapino sarebbe indotto in tentazione): chi ha fame, tende anche a diventare un alcolista. Scopa!
LA RICERCA. A scoprire la duplice tragedia è stata Elisabet Jerlhag, del dipartimento di farmacologia dell'Istituto di Neuroscienze di Goteborg, in Svezia. Tra un'aringa affumicata e un biscottino allo zenzero, il team di ricercatori ha capito che la grelina, l'ormone che stimola l'appetito e che viene prodotto dalle cellule che si trovano sul fondo dello stomaco, ha un ruolo importante anche nello sviluppo della dipendenza da alcol. Tanto ormone, tanta fame, tanta voglia di eccedere nei mojitos il venerdì sera. Tutto questo dovuto al fatto che in determinate aree del cervello esistono recettori di questo ormone, che sembra mediare sia l'assunzione di cibo che di alcol, entrambi visti e assimilati come «ricompense».
TOPI ALCOLISTI. Su queste basi scientifiche, i ricercatori hanno iniettato nel cervello dei topi questo ormone, notando come queste cavie aumentassero del 45% il loro consumo di alcol. Ora, a parte le ironie sul fatto che per l'università di Goteborg si aggirassero barcollanti dei sosia anonimi di Mickey Mouse con un'insana passione per la vodka liscia, il risultato è sorprendente: ai topi a cui veniva somministrata invece una sostanza che interferiva con la segnalazione della grelina e parallelamente con la produzione di dopamina, la «sete» passava all'improvviso.

Come la mattina dopo una brutta sbronza tutti si ripromettono che non toccheranno mai più un goccio di barbera. Va da sé che se i risultati fossero confermati, si sarebbe fatto un grande passo avanti nell'individuazione di nuove terapie contro l'alcolismo.

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