Port-au-Prince - I militari Usa hanno iniziato a lanciare con il paracadute dagli aerei gli aiuti in beni di
prima necessità per la popolazione di Haiti. In questo modo viene aggirata la strozzatura dell’aeroporto di
Port-au-Prince. Lo dice un portavoce militare Usa. Si tratta di circa 14.000 pasti pronti e di circa 15.000 litri di
acqua da bere, che sono stati paracadutati da un aereo cargo C-17 su una zona messa in sicurezza dai militari a
nord-est della capitale Port-au-Prince. Si tratta di circa 14.000
pasti pronti e di circa 15.000 litri di acqua da bere, che sono stati paracadutati da un aereo cargo C-17 su una
zona messa in sicurezza dai militari a nord-est della capitale Port-au-Prince.
L’aereo, scrive la Cnn citando il portavoce della Us Air Force, ten.col. Leon Strictland, era partito dalla base
Pope nel North Carolina poco dopo mezzogiorno ora locale di ieri (le 18 in Italia) ed ha sganciato il suo carico di
40 pacchi di viveri per complessive 25 tonnellate circa.
Il portavoce dice che si tratta del primo lancio di aiuti americani con il paracadute da quando è avvenuto il
terremoto e aggiunge che i militari statunitensi stanno prendendo in considerazione, visti i gravi problemi logistici
all’aeroporto di Port-au-Prince, di estendere il lancio degli aiuti dagli aerei ad altre aree di Haiti. Un’opzione
considerata invece finora troppo rischiosa. "Ci sono aiuti di così tante organizzazioni che si accumulano
all’aeroporto da aver creato un collo di bottiglia", ha detto Strictland, aggiungendo che "ora lanceremo le cose
direttamente dal cielo e apriremo un altro punto di distribuzione a nord dell’aeroporto".
Atterrati gli elicotteri americani Una decina di elicotteri militari americani sono atterrati a Port-au-Prince nell’area circostante il palazzo presidenziale - in parte crollato in seguito al terremoto di una settimana fa - e soldati in tenuta da combattimento hanno cominciato a scendere e a prendere posizione. Lo riferiscono testimoni. Finora sembra essere questa la maggiore operazione per stabilire un campo organizzare da cui portare i soccorsi alla popolazione.
Gli Usa accolgono gli orfani Intanto gli Usa hanno detto che consentiranno temporaneamente l’ingresso nel proprio territorio ai bimbi haitiani rimasti orfani per permettere loro di ricevere trattamenti sanitari, secondo quanto riferito dal segretario americano per la sicurezza, Janet Napolitano. "Ci siamo impegnati a fare il possibile per aiutare il ricongiungimento delle famiglie di Haiti ", ha spiegato la Napolitano in una nota.
Berlusconi invia Bertolaso per verificare aiuti possibili Il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, ha chiesto al sottosegretario Guido Bertolaso di recarsi ad Haiti "per verificare con le autorità
locali, i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e degli altri Paesi coinvolti nella organizzazione
dei soccorsi, tutte le iniziative che il Governo Italiano potrebbe adottare per fornire ulteriori contributi alla
soluzione del dramma che ha colpito la popolazione dell`Isola e per garantire la necessaria efficacia alle
diverse iniziative di assistenza da parte dell`Italia, coordinando l`azione di quanti intendono prestare
soccorso alle popolazioni di Haiti". Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi.
In particolare, informa il comunicato, il presidente del Consiglio ha chiesto a Guido Bertolaso "di portare
alle autorità politiche, sociali e religiose le espressioni del più profondo cordoglio del Governo e degli
Italiani tutti per l`immane tragedia che ha colpito il popolo Haitiano. Si tratta di espressioni di cordoglio
sincere e partecipate, in quanto, come noto, l`Italia è stato uno dei primi Paesi ad arrivare ad Haiti con un
ospedale da campo, medici, tecnici e materiale sanitario e alimentare". "In aggiunta alla nave della marina militare Cavour che lascia La Spezia destinazione Haiti via Brasile - si
legge infine nella nota - altre iniziative sono allo studio per assicurare assistenza a parte delle centinaia di
migliaia di sfollati privi di qualsiasi aiuto nonché per individuare ulteriori interventi a favore delle strutture
sanitarie dell`Isola".
"Manderemo anche degli uomini" "Una somma già stanziata" ma anche l’invio di uomini. Silvio Berlusconi spiega ai giornalisti l’impegno italiano per gli aiuti alla popolazione di Haiti colpito dal terremoto. A Cansatessa dove ha visitato dei moduli abitativi provvisori per i terremotati abruzzesi , il presidente del Consiglio spiega: "Ci stanno dicendo di andare con una squadra ad Haiti. La situazione è complicata ma abbiamo già fatto cose: abbiamo stanziato una somma, è partita la nostra portaerei, c’è già in attività un ospedale da campo con 20 medici anche per il pronto intervento con chirurgia d’urgenza". I cronisti chiedono se abbia sentito Barack Obama per coordinare gli aiuti: "Ci stiamo sentendo un pò con tutti internazionalmente per un coordinamento". Alla domanda se verranno inviati anche uomini, il premier risponde: "Anche". I giornalisti domandano infine se saranno inviati carabinieri e il premier risponde: "Dobbiamo ancora fare il piano. Bertolaso ha fatto un bel programma molto funzionale circa le cose che sappiamo e possiamo fare".
"Situazione drammatica, manca coordinamento" È
una situazione davvero drammatica. Ci dovrebbe essere un’autorità che coordina tutto e, fino ad ora,
questo non è accaduto". Silvio Berlusconi fa così il quadro sulla situazione per gli interventi ad Haiti e
spiega ai giornalisti, a margine di una visita nelle zone terremotate dell’Abruzzo che i contatti con i leader
del mondo sono in corso. A chi gli chiede se abbia avuto scambi di vedute in proposito con Obama, il
Presidente del Consiglio risponde dicendo: "Ci stiamo sentendo un pò con tutti internazionalmente, per un
coordinamento". "Ci stanno chiedendo - dice riferendosi alla situazione sul campo - di andare lì con una squadra. La
situazione è complicata".
Una battuta anche sulle frizioni che si ripropongono nei rapporti fra Francia e Stati Uniti: "Routine".
Cinque gli italiani che mancano all'appello Sono scese a cinque le segnalazioni di italiani apparentemente ad Haiti, segnalazioni ancora in attesa di riscontro. Lo rende noto la Farnesina, secondo cui, di queste 5, almeno due risultano così indeterminate da far sperare che riguardino persone non effettivamente presenti sull’isola. Il quadro aggiornato della situazione dei nostri connazionali coinvolti nel sisma di una settimana fa è poi di due decessi, cui si aggiungono due persone per le quali purtroppo esistono fondati motivi di preoccupazione.
Migliaia in fuga Migliaia di sopravvissuti al terremoto stanno provando a lasciare il paese in cerca di cibo, assistenza e riparo all’estero. Ma la mancanza di carburante e di beni alimentari ha generato un innalzamento dei prezzi delle corse in autobus: per un trasferimento fuori dal paese, gli haitiani sono costretti a spendere la paga di tre giorni di lavoro per ogni singolo posto. La maggior parte di questi "profughi" intende tornare a Port-au-Prince, non appena la situazione si sarà normalizzata. Molti di loro inviano i propri bambini all’estero, in attesa di riprendere il lavoro e costruire una nuova casa per tornare a una vita normale.
Allarme malattie Cibo e medicinali cominciano ora a giungere a pieno ritmo ai sopravvissuti mentre i medici sono preoccupati per la diffusione delle malattie, il prossimo problema da affrontare per le decine di migliaia di persone ferite e rimaste senza casa una settimana fa. Il personale medico impegnato ad allestire ospedali da campo ha detto di stare già curando un numero di malati decisamente superiore alle proprie forze, avvertendo della pericolosità della minaccia di malattie come tetano e cancrena ma anche morbillo, meningite e altre infezioni. Nessuno per il momento ha cominciato a fare una prima stima dei feriti del sisma di magnitudo 7, che ha raso al suolo la maggior parte della capitale Port-au-Prince lo scorso 12 gennaio. Funzionari di Haiti dicono che il bilancio delle vittime dovrebbe oscillare tra i 100.000 e i 200.000 morti. Uno dei primi segnali di un ritorno alla normalità è rappresentato dalla comparsa per le strade dei venditori ambulanti di frutta e verdura.
Sciacalli Centinaia di ladri e persone che frugano nella spazzatura si aggirano tra i negozi abbattuti dal sisma a Port-au-Prince, alla ricerca di beni e lottando gli uni contro gli altri. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha detto di aver chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di aggiungere 1.500 poliziotti e 2.
000 soldati al contingente di peacekeeping - già forte di 9.000 uomini - ad Haiti che deve fornire un supporto alla sicurezza dell’isola. Oltre 11.000 militari americani sono già in loco, tra cui circa 2.200 Marines con equipaggiamento terrestre, medicinali ed elicotteri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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