Appena l'Italia ha perso la finale si è sfasciata l'unità nazionale. Caduti sotto i colpi della dominazione spagnola, gli italiani hanno ritrovato le loro divisioni e si sono avventati sui loro miti del giorno prima. I leghisti che sull'onda dell' entusiasmo patriottico avevano promosso Balotelli a «padano dalla pelle nera», hanno declassato Buffon a «negro dalla pelle bianca», terùn che si finge padano ma si chiama in realtà Gabon. Ciao ciao Pirloni, inveivano.
Per gli antigovernativi Monti in tribuna ha portato sfiga. Presenza jettatoria, aveva l'occhio torvo e la parlata sghemba, il viso cereo e l'aura malefica. La sua influenza negativa era evidente su Buffon, a cui ha messo l'Imu anche sulla porta. Quando tutti cantavano Fratelli d'Italia, hanno notato che Monti non si è accodato ma biascicava formule sataniche. Dal suo labiale a denti stretti hanno letto: pagherete tutto il male che avete fatto alla Germania e alla sua Signora Chiappe d'oro, ve l'avevo detto che il calcio doveva essere sospeso, come la democrazia. E spruzzava spread da tutti i pori, fino al default finale.
Gli ottimisti, invece, hanno tirato un sospiro di sollievo per la sconfitta. Temevano che sull'onda dell'euforia, avrebbero approfittato per darci un'altra mazzata fiscale.
Gli utopisti hanno festeggiato lo stesso perché avevano già comprato spumanti, botti e tric-trac: in fondo era solo un gioco, cioè una simulazione e un pretesto per far festa; perché dunque non fingere fino in fondo di aver vinto? L'Italia, ridotta in prandelli, rincasa a Piangentopoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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