Arrivano o3 e o3-mini, i modelli di intelligenza artificiale più potenti di Open Ai

L’annuncio segna un’ulteriore evoluzione verso una strategia più commerciale e orientata al marketing per OpenAI

Arrivano o3 e o3-mini, i modelli di intelligenza artificiale più potenti di Open Ai
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Un vero e proprio countdown, che ha portato sotto l’albero un pacco dopo direttamente da Sam Altman. OpenAI dal 4 dicembre alla Vigilia di Natale ha accompagnato gli utenti con una raffica ininterrotta di annunci e novità tecnologiche. E il gran finale è stato il lancio di o3 e o3-mini, i modelli di intelligenza artificiale più potenti mai rilasciati dall’azienda di San Francisco. Questi modelli si distinguono per le loro abilità nella risoluzione di problemi di programmazione e matematici, raggiungendo punteggi record nel benchmark ARC-AGI, un test ideato per misurare la capacità di un’IA di acquisire autonomamente nuove competenze.

Con il rilascio di o3 e o3-mini, OpenAI compie un passo significativo verso l’intelligenza artificiale generale, un obiettivo strategico perseguito da Altman. L’AGI è concepita come un sistema capace di eseguire attività non specificamente programmate, ragionando in modo simile a un essere umano. L’accesso iniziale a questi nuovi modelli sarà riservato a un gruppo selezionato di ricercatori, ma si prevede che o3-mini sarà disponibile al pubblico già alla fine di gennaio.

Il cambio di strategia più commerciale

L’annuncio segna un’ulteriore evoluzione verso una strategia più commerciale e orientata al marketing per OpenAI. La scorsa settimana, l’azienda ha permesso a 2,7 miliardi di utenti WhatsApp di accedere gratuitamente a ChatGPT, aprendo nuove opportunità di utilizzo per milioni di persone. Sempre nell’ottica di ampliare il suo pubblico, ha anche lanciato il motore di ricerca SearchGPT, disponibile gratuitamente in Italia, con l’intento di sfidare Google e portare l’IA al centro delle ricerche online.

Il 10 dicembre OpenAI aveva inoltre presentato Sora, una piattaforma che consente agli utenti di generare video virtualmente indistinguibili dalla realtà. Questo sviluppo rappresenta un ulteriore esempio della potenza e versatilità delle tecnologie di intelligenza artificiale, ma solleva anche preoccupazioni sul fronte dell’autenticità dei contenuti digitali. Così, per contrastare questi rischi, Meta ha recentemente lanciato Video Seal, una tecnologia che aggiunge una filigrana ai video generati dall’IA per verificarne l’autenticità e arginare la diffusione dei deepfake. E soprattutto ha scatenato una controffensiva contro il Grande Rivale.

Le controversie legali

Più infatti OpenAI allarga i suoi orizzonti, più la concorrenza tenta di bloccarne gli sviluppi. Elon Musk (che dell’azienda di Altman è stato co-fondatore prima di andarsene in disaccordo con gli sviluppi dell’IA) e Mark Zuckerberg, CEO di Meta, hanno chiesto al procuratore generale della California di bloccare laMa ho trasformazione di OpenAI in una società a scopo di lucro. Secondo Zuckerberg, questo cambiamento potrebbe creare un pericoloso precedente per l'intera Silicon Valley, permettendo a chiunque di fondare una no profit, godere di vantaggi fiscali e poi trasformarsi in una società commerciale senza perdere gli investitori iniziali: se la transizione di OpenAI dovesse completarsi, l'azienda risparmierebbe miliardi di dollari, rafforzando la sua posizione dominante nel settore dell'intelligenza artificiale, già valutata 157 miliardi di dollari.

La prospettiva di un monopolio di OpenAI, sostenuto dall’ultimo finanziamento record di 6,6 miliardi di dollari, preoccupa dunque i competitor, anche perché tra gli investitori principali spiccano nVidia e Microsoft, con quest’ultima che ha già investito circa 14 miliardi di dollari nella società di Altman.

Questo dimostra come la corsa verso l’intelligenza artificiale generale sia in pratica più affollata che mai, ed anche se OpenAI resta saldamente in testa,la domanda è se riuscirà a mantenere l'equilibrio tra progresso tecnologico, sostenibilità economica e responsabilità etica. La risposta, per qualcuno, potrebbe non essere confortante.

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