Google denuncia Microsoft all'antitrust dell'Ue. È guerra sulle "nuvole"

Il gigante di Mountain View chiede l'intervento diretto della Commissione Europea contro i sovrapprezzi applicati da Microsoft per le aziende che scelgano di usare Windows Server sui servizi cloud dei rivali

Google denuncia Microsoft all'antitrust dell'Ue. È guerra sulle "nuvole"
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Ai critici di Big Tech la cosa farà sorridere ma non tutti i giorni di vedere uno scontro frontale tra i giganti della tecnologia americani. Ancora meno normale il fatto che chiamino a giudicare un’autorità come l’Unione Europea, che da anni si batte contro le pratiche monopolistiche delle corporations americane. Alphabet, la holding che controlla la galassia Google, ha presentato nella giornata di mercoledì un reclamo alla Commissione Europea contro Microsoft per “pratiche anti-concorrenziali” operate dal gigante di Redwood per favorire l’utilizzo della piattaforma Azure, una delle principali nel cloud computing. Un’escalation nell’aspra guerra commerciale che vede di fronte Google, Microsoft ed Amazon Web Services per il dominio di questo mercato sempre più fondamentale.

Nel mirino il sistema Windows Server

Almeno a giudicare dal tono del comunicato dell’azienda di Mountain View, la dirigenza di Google ne ha avuto abbastanza dei metodi borderline usati da Microsoft per promuovere la propria piattaforma Azure, abbastanza da richiedere l’intervento diretto dell’Unione Europea in materia. Amit Zavery, direttore generale di Google Cloud, nel corso di una conferenza stampa si è lanciato senza mezzi termini contro Microsoft. “Crediamo che questa azione con l'autorità di regolamentazione sia l'unico modo per porre fine al lock-in praticato da Microsoft, per consentire ai clienti di avere una scelta e creare condizioni di mercato eque per i concorrenti”.

Windows Server

I termini di licenza del software di Microsoft impediscono alle organizzazioni europee di spostare i loro attuali carichi di lavoro da Azure ai cloud concorrenti”. Se verificata, questa pratica potrebbe aprire le porte a pesanti multe per abuso di posizione dominante. La questione non è così astrusa come potrebbe sembrare: secondo Zavery, Microsoft impone ai propri clienti un sovrapprezzo del 400% per continuare ad usare il proprio sistema operativo su piattaforme terze. Oltre a pagare un prezzo molto più contenuto, gli utenti che scegliessero di affidare i propri dati ad Azure avrebbero avuto aggiornamenti di sicurezza più frequenti e tempestivi.

Un abuso da un miliardo di euro

Le implicazioni di questo scontro sono potenzialmente enormi: secondo uno studio pubblicato lo scorso aprile dalla ditta di consulenza McKinsey, il business del cloud computing cresce ad un ritmo del 20% ogni anno negli stati appartenenti all’Unione Europea ed ha grande potenziale di crescita, visto che due terzi delle ditte dei paesi Ue effettua meno della metà dei propri workflow sulla cloud. L’associazione degli operatori europei Cispe, in uno studio del 2023 ha stimato che aziende e enti governativi europei pagano più di un miliardo di euro all’anno alla Microsoft come conseguenza di queste pratiche predatorie. L’azienda di Redmond aveva evitato lo scorso luglio un’inchiesta ufficiale dell’Unione Europea pagando 20 milioni di euro alla Cispe per far ritirare il reclamo all’antitrust ma l’accordo non include Google, Amazon e la cinese Alibaba. La risposta di Microsoft è arrivata attraverso uno stringato comunicato nel quale si afferma che Google aveva fatto pressione sulla Cispe, fallendo: “come non sono riusciti a convincere le ditte europee del settore, ci aspettiamo che Google non riuscirà a convincere nemmeno la Commissione Europea”.

Google Cloud

Google ostenta sicurezza, invitando la Ue ad agire subito, punendo queste pratiche e riconsegnando agli utenti la possibilità di scegliere liberamente. Se la Commissione dovesse accogliere il ricorso di Google, Microsoft sarebbe costretta a combattere ad armi pari con i rivali, senza sfruttare il quasi monopolio nei sistemi operativi enterprise (più del 70% dei server europei usano Windows Server). In passato non esistevano vendor locks e gli Os Microsoft funzionavano senza problemi su ogni tipo di cloud: dal lancio nel 2019 di Azure sono iniziate le restrizioni, una pratica già vista nella messaggistica aziendale, dove Microsoft ha fatto di tutto per promuovere Teams a discapito della rivale Slack.

Lo scorso giugno la Commissione ha dato ragione a Slack, annunciando sanzioni che potrebbero arrivare al 10% del fatturato: in questo caso, visto che il cloud computing è sempre più fondamentale per la crescita di Microsoft, la posta in gioco è ancora più alta.

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