«Ho difeso il premier in tv: ora vogliono che mi dimetta»

Dinnanzi al premio Nobel Dario Fo che la derideva con l’aria di chi, da sempre, ha la verità in tasca, lei non si è lasciata intimidire. «Chi ha cominciato dal nulla come me e fa politica sul territorio, affrontando i problemi di ogni giorno e a contatto con la gente comune, non abbassa la testa davanti a nessuno. Soprattutto se quel qualcuno ti offende».
Minuta, capelli biondi mossi che le cadono sulle spalle e sguardo sincero Ilaria Amé, 34 anni, da quattro assessore alle Pari Opportunità e alla Famiglia del comune di San Donato Milanese (giunta di Centrodestra), una laurea in Scienze della formazione e un master negli Stati Uniti, non ha certo peli sulla lingua. E lo scorso 4 aprile ha difeso con una veemenza autentica il «suo» presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in diretta durante il programma d’attualità «Exit» condotto da Ilaria D’Amico. Ospiti, oltre a Fo, il sottosegretario alla famiglia Carlo Giovanardi e il giornalista de «Il Fatto quotidiano» Peter Gomez.
Ha avuto un bel coraggio a ribattere all’istrionico Fo, imponendogli addirittura di chiedere scusa agli italiani...
«Grazie. Purtroppo non la pensano tutti a questo modo».
Che significa? Qualcuno, dopo l’apparizione in tivù, non le rivolge più la parola?
«Peggio: mi hanno chiesto di dare le dimissioni dal consiglio comunale. Due donne del Pd - Antonia Broglia e Gabriella Achilli, rispettivamente consigliere comunale ed ex sindaco di San Donato, che peraltro io stimo molto e con le quali mi sono battuta a lungo per difendere i diritti delle donne - hanno dichiarato che, pur ricambiando la mia stima, se ho una dignità devo dimettermi per essere andata in televisione a difendere Berlusconi».
E lei che fa? Si dimette?
«Ma non ci penso nemmeno!».
Lo sa che di questi tempi difendere Berlusconi rende molto impopolari, soprattutto in televisione?
«Senta, io collaboro con lui dal 1994. Ero nel “Motore azzurro“, il supporto logistico propagandistico messo in piedi dai Circoli Giovani per le Politiche del 2006. Il Presidente l’ho visto lavorare con noi, togliersi la giacca e la cravatta, fare i pacchi da mandare alla gente. È un uomo concreto, vero, che non se la tira, che t’infonde entusiasmo e motivazioni reali. Mi ha insegnato a stare nei salotti e nei mercati, mi ha insegnato ad amare la politica. Ho conosciuto sua madre, la signora Rosa...Pensi che quando sento la canzone “Azzurra libertà“ mi emoziono ancora...».
Beh, chi dice donna riguardo a Berlusconi, in questo momento, pensa a tutt’altro...
«Guardi, le feste con Berlusconi e gli altri giovani del Pdl erano scorpacciate di pizza, semplici e informali. Le donne del Pdl che stimo di più, oltre al ministro Maria Stella Gelmini con la quale ho lavorato, sono Viviana Beccalossi, Mara Carfagna, Daniela Santanché: sono donne impegnate, donne vere, mi creda. Poi stimo molto il ministro Giorgia Meloni. E trovo bravissima Paola Concia del Pd».


E Nicole Minetti?
«Se riuscirà a difendersi dal fango che le hanno gettato addosso, che di certo non fa bene alla politica, staremo a vedere. Potrebbbe dimostrare che può farcela. Io dico che una possibilità le va data».

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