«Io penso che un attaccante debba fare gol». Klaas Jan Huntelaar è un olandese particolare: figlio della patria del calcio totale, ne ha snobbato filosofia e cultura per sposare in pieno la causa delluomo gol.
Nellunica stagione vissuta in rossonero, passata più in panchina che sul campo, non ha però potuto mettere in mostra tutte le sue doti: Leonardo lha spesso confinato lontano dallarea di rigore, proprio lui, il cacciatore, soprannome che poi non ha bisogno di tante spiegazioni. Ciononostante in campionato sono arrivate 7 reti, un gol ogni 158 minuti giocati: Pato, che di reti in serie A lhanno scorso ne ha segnate 12, aveva la stessa media. Oscurato dallarrivo di Ibrahimovic in rossonero, la scorsa estate Klaas ha preferito migrare altrove, ha vestito la maglia dello Schalke 04 e la Bundesliga è diventato il suo nuovo terreno di caccia: ha ritrovato fiducia e reti (in 7 gare è già andato a segno 5 volte), ha messo benzina in un motore che adesso pare tirato a lucido. Ma se lo Schalke ancora fatica a trarre giovamento dai gol di Huntelaar, il ct oranje Van Marwijk ha già capito su chi puntare: finito il tempo della panchina (durante la finale mondiale con la Spagna, Klaas è rimasto a bordocampo a guardare i compagni), è iniziato il valzer dei gol: sono già otto le reti messe a segno nelle quattro partite di qualificazione a Euro 2012 finora disputate (tripletta contro San Marino, doppietta alla Finlandia, gol decisivo alla Moldavia, due reti alla Svezia di Ibra).
I due gol alla Svezia, poi, sono stati quelli più significativi. Troppi gli intrecci per non tenerne conto. Huntelaar contro Ibra, il passato (non troppo luccicante) e il il presente (che fa impazzire) del Milan: ha vinto lolandese e non cè stata proprio sfida. «È stata una delle mie migliori partite. Abbiamo giocato molto bene, con belle combinazioni. La squadra è stata perfetta, è stata una partita quasi perfetta», ha spiegato Huntelaar al termine del 4-1, prima di elogiare il gioco dei suoi compagni: «Abbiamo tagliato in due la difesa svedese, loro non potevano sapere da che parte li avremmo attaccati: se giochiamo in questo modo, è per me una festa». Contro la Svezia, lolandese ha impiegato quattro minuti per timbrare il cartellino, nel secondo tempo si è ripetuto di testa, poi ha firmato lassist per il poker di Afellay. «Sto facendo tutto ciò che vuole lallenatore per convincerlo delle mie qualità - ha proseguito Huntelaar -. Gli ultimi risultati sono naturalmente a mio favore: la verità la si trova in campo, non ha molto senso usare la stampa per rivendicare un posto in squadra», le parole dellolandese forse un po troppo velocemente snobbato dal Milan con il quale lintreccio sembra non aver mai fine.
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