Agrigento - L'odissea è finita. Sono sbarcati tutti a Porto Empedocle i 154 migranti tratti in salvo, nei giorni scorsi, dalla nave turca Pinar. Ora andranno al centro di accoglienza di Pian del Lago a Caltanissetta. Dopo una dura controversia diplomatica con Malta durata tre giorni il governo italiano ha autorizzato lo sbarco dei migranti sulle nostre coste. Il questore di Agrigento intanto fa sapere che la stragrande maggioranza dei migranti potrebbe avere titolo a richiedere l'asilo politico nel nostro Paese. E la procura di Agrigento apre un fascicolo sulla donna incinta morta sulla nave.
La fine dell'odissea Il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, racconta le ultime ore dell'odissea: "Già da ieri sera sono scattati i soccorsi dopo che si è chiarita la situazione politica. I primi venti migranti, quelli le cui condizioni di salute destavano maggiore preoccupazione, sono stati portati a Lampedusa a bordo di una motovedetta della capitaneria. Sono già stati rifocillati e sono già stati imbarcati sulla nave di linea per Porto Empedocle dove arriveranno stasera e da lì saranno poi trasferiti a Caltanissetta. Tra loro anche le due donne incinte. Le loro condizioni sono ovviamente compatibili con il viaggio sulla nave di linea. Stamattina intorno alle 6,30 invece - ha proseguito il questore - a bordo di un pattugliatore della Guardia di Finanza sono giunti a Porto Empedocle altri trenta migranti. Tutti sono già stati rifocillati e a trasferiti a Caltanissetta. Sempre a Porto Empedocle è appena arrivata la nave della Marina militare Danaide con a bordo gli altri 94 immigrati, tra cui 37 donne"
La donna morta era una nigeriana Il questore Di Fazio ha anche riferito che il cadavere della donna morta durante la traversata, una diciottenne nigeriana incinta, resta a Lampedusa dov’è giunto ieri ed è a disposizione della magistratura. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo, ancora contro ignoti, per accertare le cause della morte.
Malori dell'equipaggio La Pinar è ferma in rada, a un miglio dall’isola di Lampedusa, in attesa di essere raggiunta da una motovedetta con un medico che dovrebbe controllare le condizioni di salute dei 13 uomini d’equipaggio. La decisione di non fare ormeggiare in porto il mercantile è legata alle dimensioni della nave, che è lunga 83 metri e avrebbe difficoltà a fare manovra dentro il porto dell’isola. Il comandante della Pinar, Asik Tuygum, ha comunicato via radio che almeno due componenti dell’equipaggio accusano malori. Anche l’armatore turco della nave, Baris Erdogdu, ha sollecitato un controllo sanitario. Ieri l’equipe medica inviata a bordo della Pinar aveva riscontrato casi di varicella e numerose persone con febbre alta tra i migranti che erano stati soccorsi dal mercantile
Situazione sbloccata Dopo quattro giorni di braccio di ferro il governo italiano ha deciso "di accogliere in Italia gli immigrati presenti nella nave, tenuto conto della perdurante indisponibilità del governo maltese malgrado le sollecitazioni rivoltegli dal presidente della Commissione europea Barroso". La decisione è arrivata dopo il tentativo di Berlusconi di risolvere con Malta la vicenda.
Malta: "Solo un disguido tra amici" Si è trattato solo di un "disguido tra amici". Parla così il ministro degli esteri maltese Tonio Borg. "Malta è soddisfatta - afferma - della decisione italiana di accettare gli immigrati in questione. Non sento di dire che Malta ha vinto in questa vicenda, ma nel disguido sviluppato tra amici, nasce la voglia di continuare a discutere e di trovare soluzioni comuni per evitare incidenti come questi. Penso - prosegue Borg - che la decisione dell’Italia di accettare gli immigrati è stata buona, visto che la situazione è degenerata in una crisi umanitaria".
Alfano: abbiamo fatto nostro dovere "L’Italia si è fatta carico dei propri doveri umanitari, reclamando, nel contempo l’intervento dell’Unione europea affinchè vicende simili non accadano più".
Lo ha detto il ministro della giustizia Angelino Alfano. "È importante che l’Unione europea - ha aggiunto - prenda posizione perché l’Italia non può farsi carico, oltre che delle proprie responsabilità, anche di quelle degli altri Paesi".
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