I cinesi invadono anche la Legione straniera

Alberto Toscano

da Parigi

C’era una volta la vecchia legione straniera. Quella dei rotocalchi in tutto il mondo, che raccontavano di uomini disperati e stanchi di vivere al punto di arruolarsi come volontari in un esercito di professionisti, e quella dei film di Totò, in cui si vedevano i legionari arroccati in qualche fortino disperso nel deserto dell’Algeria. Adesso i tempi sono cambiati anche grazie a internet. La scommessa del ministro della Difesa francese è quella di far conoscere nel mondo intero la legione straniera attraverso il sito che porta questo nome e che viene visitato da centinaia di migliaia di giovani ogni anno. Alcuni di questi passano poi al sito legion-recrute.com, per porre la propria candidatura. Nella località di Aubagne, vicino a Marsiglia, il «museo della legione» decanta sia le glorie del passato (35mila vittime in una gran quantità di conflitti nei cinque continenti) sia le prospettive di un futuro ad alto contenuto tecnologico.
Ad Aubagne la tecnologia comincia, appunto, dalle domande di informazione e dalle richieste d’arruolamento che arrivano via internet dal mondo intero. Un tempo i membri della legione straniera erano soprattutto europei. Oggi i sudamericani sono particolarmente numerosi (un quarto del totale) e gli asiatici sono in forte crescita. Soprattutto i cinesi - quelli che riescono in un modo o nell’altro ad andarsene dal loro Paese d’origine - fanno di tutto per entrare tra i ranghi della legione, dove sono attesi da uno stipendio sicuro e dalla promessa di ottenere la nazionalità francese. I membri della legione possono chiederla dopo tre anni di servizio e la otterranno nel giro di altri due anni. Un bel vantaggio per chi pensa di avere come alternativa quella di avventure da boat people per raggiungere i confini della vecchia Europa.
Oggi un terzo degli ottomila membri della legione straniera viene dall’Europa dell’Est. Il loro numero è comunque diminuito negli ultimi anni. Gli africani sono sempre più numerosi. I legionari sono accomunati dai ricordi delle glorie passate e da alcuni slogan, come «Onore e fedeltà». Fedeltà a una bandiera francese per la quale molti hanno combattuto strenuamente in un passato più o meno vicino ai nostri giorni. Nel 1863, in Messico, i legionari difesero strenuamente le ambizioni imperiali di Massimiliano d’Austria, sostenuto da Napoleone III, e si impegnarono in uno scontro epico: duemila membri delle forze indipendentiste messicane attaccarono un piccolo distaccamento di una sessantina di uomini della legione straniera, che vennero tutti massacrati ma che riuscirono a uccidere ben 300 dei loro assalitori. Questa vicenda è ancora oggi lo spunto per celebrare la festa annuale dei legionari.
Il 14 luglio, per la celebrazione della presa della Bastiglia, i membri della legione partecipano a un’altra manifestazione: la sfilata lungo i Campi Elisi. In generale sono loro i più applauditi. Poi i legionari, distintisi nelle operazioni militari avvenute nel corso dell’anno, si recano all’Eliseo per vivere la festività nazionale in mezzo agli invitati al grande ricevimento d’onore. La legione ha compiti diversi da quelli del passato, ma sempre molto rischiosi: i suoi membri sono presenti tra le forze internazionali in Libano, ad Haiti, in Costa d’Avorio, in Kosovo e in altre località particolarmente calde del pianeta. L’ultimo legionario morto in un’operazione militare ha perso la vita due anni fa ad Haiti, dove le forze francesi stanno ancora tentando di stabilizzare un Paese allo sbando.
Ufficialmente i legionari sono celibi e incensurati, ma in realtà i funzionari del reclutamento sorvolano su questi due elementi. La sola certezza è che nessun militare della legione straniera può essere ricercato dall’Interpol.

Le verifiche su questo punto sono effettivamente rigorose. Una volta accettati, i giovani stranieri vengono addestrati e alla fine partecipano in prima linea ad alcune delle operazioni più pericolose in cui sono coinvolte le truppe di Parigi.

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