«Cittadini spioni». Milanesi indispettiti dal vedersi togliere i raggi del sole dalla torre spuntata davanti alla propria finestra o semplicemente infastiditi dall'espansione lampo di nuovi quartiere. Le sentinelle dell'urbanistica, se così le vogliamo chiamare, da luglio a oggi sono già andate due volte in Procura a consegnare documenti relativi a sospetti abusi edilizi. È la seconda volta, infatti, che i comitati consegnano le proprie segnalazioni, dopo quella del 29 luglio, su una quindicina di cantieri frutto della campagna «Okkio al cartello». «Una campagna - spiegavano i promotori - che invitava tutti i cittadini a leggere e fotografare i cartelli di cantiere al fine di capire quali titoli edilizi possedessero», per poi procedere con accesso agli atti per i titoli che erano stati ottenuti attraverso una Scia (Segnalazione certificata d'inizio attività) o un permesso di costruire convenzionato e quindi «possibilmente carenti dei relativi piani attuativi».
Ecco quindi che ieri mattina altri quattro cantieri «sospetti», dal progetto «Syre» a San Siro fino a quello delle «Case nel parco» nel quartiere Adriano-Crescenzago sono stati segnalati alla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano da una delegazione della Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano, formata da Valeria Bacchelli, Irene Pizzocchero e Claudia Corvi. La campagna, tuttora in corso, ha permesso di raccogliere una quindicina di segnalazioni che si aggiungono alle altrettante già depositate a luglio in Procura. Per questi cantieri «è stato fatto un regolare accesso agli atti presso il settore urbanistica, ma - lamentano le attiviste - registriamo un notevole ritardo nella consegna del Comune. Segno questo che da un certo punto di vista potrebbe essere positivo, perché significa che anche singoli cittadini si sono mossi e hanno chiesto l'accesso agli atti sui cantieri che si sono visti aprire davanti a casa».
Ieri è stata depositata la documentazione relativa a quattro cantieri - il progetto immobiliare di via Baldinucci 46 a Dergano nel giardino dell'ex Armenia Films, il progetto «Syre» di via dei Rospigliosi 43 a San Siro, la Residenza Gutenberg di via Monte San Genesio 8 a Dergano e il progetto «Case nel parco» di via Trasimeno 86/10 al quartiere Adriano - Crescenzago - affinché la Procura «ne verifichi la legittimità e regolarità, in difetto delle quali auspichiamo un'apertura dei relativi procedimenti».
Proprio per la preoccupazione che nasce in Comune dai possibili processi giudiziari FdI, in sede di discussione del Bilancio previsionale 2025, ha proposto un emendamento per la costituzione di un fondo di garanzia per ripagare gli eventuali risarcimenti per i cittadini che hanno acquistato appartamenti negli immobili finiti nel mirino e dei costruttori, ma anche per ripianare le eventuali minori entrate dovute al calo degli oneri di urbanizzazione e monetizzazione delle aree. La giunta, attraverso l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, ha dato parere negativo: l'emendamento è stato bocciato con 24 no (8 si dell'opposizione). «Vogliamo dare una sveglia al consiglio comunale senza aspettare che il salva Milano venga approvato in Parlamento, tenendo conto che il ddl non salva da eventuali processi e chiamando il Comune ad assumersi una responsabilità diretta ed evitare in un futuro di dover ricorrere a un riconoscimento fuori bilancio» spiega il capogruppo di FdI in consiglio Riccardo Truppo. Bocciato anche l'inserimento nel documento unico di programmazione in cui il Comune accetta la proposta della Procura di intraprendere il percorso della «giustizia riparativa».
La giunta ha dato parere negativo, ma né il sindaco, presente in aula, né l'assessore Tancredi hanno motivato la loro contrarietà. «Questa maniera il Comune rischia anche di essere accusato di negligenza politica, anche perché - continua Truppo - non si tratta di un'ammissione di colpa, ma di un'apertura al dialogo con la Procura».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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