Arrestati perché trovati all’interno di un’abitazione, dove avevano forzato l’ingresso, ma rimessi in libertà senza neanche finire sotto processo. Sembra impossibile a credersi, invece è accaduto ieri in Tribunale a Sanremo. La cittadina del Festival, nonostante la sua fama turistica, sta combattendo da settimane con l’emergenza immigrazione nell’estremo ponente della Liguria. In particolare si tratta di tunisini che, in attesa di riuscire a entrare in Francia, stazionano nei pressi del confine. Sanremo, essendo solo ad una ventina di chilometri dalla frontiera, viene così scelta come dimora temporanea dai clandestini. Spesso questi extracomunitari vengono trovati all’interno di case di villeggiatura, dove si introducono illegalmente. Giovedì, in occasione dell’ennesimo blitz dei carabinieri, sono così stati arrestati tre clandestini con l’accusa di violazione di domicilio.L’abitazione dove sono stati sorpresi, nel centro storico di Sanremo, era di proprietà di una coppia di turisti di Milano. I militari, entrando nell’alloggio, lo hanno trovato trasformato in un bivacco, in condizioni igienico-sanitarie terribili. L’operazione dei carabinieri era scattata per arginare un problema che rischia di aumentare a dismisura. Eppure quando il sostituto procuratore di Sanremo, Monica Supertino, si è trovata davanti il fascicolo non ha chiesto gli arresti, lasciando liberi i tre tunisini senza neanche processarli. Liberi, insomma, di tornare a forzare i portoni per occupare nuove abitazioni, forti del fatto di non rischiare nulla. Alla base di questa singolare decisione del sostituto procuratore c’è latesi secondo cui il reato deve essere «immediato», ovvero che inizia e finisce al momento dell’ingresso nell’appartamento.
Quindi se i tunisini fossero stati sorpresi al momento di forzare la porta, sarebbero finiti a processo. Ma il loro permanere abusivamente può essere perseguito solo in caso di consenso dei proprietari. A smentire quest’interpretazione è stato lo stesso procuratore capo di Sanremo, Roberto Cavallone, che nei giorni scorsi aveva convalidato gli arresti di altri tunisini fermati per una vicenda analoga. Nel successivo processo i clandestini in questione erano stati condannati e portati in carcere. Insomma, pur ammettendo la piena autonomia di ogni magistrato servirebbe, almeno all’interno di una stessa Procura, una certa uniformità di giudizio.
Sembra che lo stesso procuratore Cavallone abbia intenzione di riunire i magistrati sanremesi per analizzare la situazione e stabilire le direttive da seguire. Intanto i cittadini, seppur con una certa incredulità, assistono impotenti a queste decisioni. La prima reazione è giunta dal sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato. «La situazione è gravissima e i cittadini sono esasperati - ha detto - ora ci aspettiamo una risposta forte da parte dello Stato».
La sensazione è quella di sentirsi sempre meno tutelati davanti alle ingiustizie. Allo stesso modo, da vicende come questa, c’è anche il rischio di demotivare le forze dell’ordine nello svolgimento del loro difficile lavoro.
Intanto tra i clandestini, che sono molto più organizzati di quanto si creda, si sta spargendo la voce. Perché la morale di questa storia sembra essere: «Venite e sfondate pure le case, tanto non vi accadrà niente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.