I complottisti sempre sicuri di sapere tutto

I complottisti sempre sicuri di sapere tutto
00:00 00:00

Quelli che la sanno lunga, se parli loro di qualsiasi cosa, dalla politica all'economia alla guerra in Ucraina alla pandemia, ti ascoltano con quel mezzo sorrisetto che in pratica vuol dire: questo povero pirla crede ancora alle versioni ufficiali. Solo quando hai finito di parlare parte la loro ricostruzione vera dei fatti: in Ucraina non c'è nessuna guerra, ti fanno vedere spezzoni di film e videogiochi; quanto alla pandemia, l'hanno provocata i 300 ricchi che governano la Terra perché il loro obiettivo è ridurre l'umanità dagli attuali otto miliardi a un massimo di mezzo miliardo.

Sono i complottisti, l'unica fede che resiste, che non ha dubbi. Si fonda su tre dogmi: 1) nulla è come sembra; 2) niente accade per caso; 3) tutto è connesso. Non pensiate che siano solo pochi matti: secondo il rapporto Censis del 2021, il 5,8 per cento degli italiani è certo che la Terra sia piatta, il 10 per cento che l'uomo non è mai stato sulla Luna, il 19,9 che il 5G è un sistema per controllarci.

I complottisti ci sono sempre stati. Ma adesso, anche grazie alla Rete, dilagano. Samantha Cristoforetti non esiste. Marina Abramovich era un uomo, è il padre di Lady Gaga, poi ha cambiato sesso. Re Carlo è un vampiro e Mario Draghi un rettile extraterrestre. Sono morti anche Britney Spears e Pippo Franco, quest'ultimo addirittura dai primi anni Ottanta. I numeri, d'altra parte, rivelano tutto. Nei giorni scorsi circolava la notizia, certa, che l'eclissi solare dell'8 aprile avrebbe portato la fine del mondo, e d'altra parte era chiaro perché il terremoto di New York era di 4,8 della scala Richter, e che cosa vuol dire 4,8 se non 8 aprile?

Ma attenzione.

Quelli che credono che esista un «loro» che è lì per fregarci sono molto più numerosi di chi sostiene queste follie. L'81 per cento degli italiani (Censis) dice che è inutile impegnarsi e il 35,5 che non conviene studiare. Credere ai poteri oscuri che tutto decidono è in fondo anche un alibi per giustificare i nostri fallimenti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica