WashingtonLAmerica sconvolta dal dispendioso e inutile (a livello di rappresentanza) viaggio vacanza in Spagna di Michelle Obama ha da oggi un altro callo nelle scarpe strette della sua economia a catafascio. Mentre il presidente chiede al popolo di tirare la cinghia, ProPublica, il sito internet «non profit» ha reso pubblici listini paga «da rivolta» dei suoi 47 dipendenti. Oltre ad essere una non profit, ProPublica vanta un premio Pulitzer per il suo giornalismo investigativo e ha ottenuto dallInland Revenue Service lesenzione tasse. In apparenza nulla di male se non fosse che nel modulo 990 presentato allIRS risulta che gli otto personaggi doro di ProPubblica, dal presidente/direttore Paul Steiger fino al senior reporter Thomas Miller, guadagnano cifre ben lontane dallo stipendio medio americano di 27 mila dollari lanno.
Paul Steiger nel 2009 ha a suo attivo 571,687 dollari più altri 13,430 di bonus. Il segretario tesoriere Richard Tofei ha 320,978 dollari di stipendio e altri 21,312 extra. I giornalisti più quotati, Dafna Linzer in testa fino a Susan White in coda, vantano cifre fra i 205,455 dollari in busta paga più 20,421 extra, e i 160,011 con un bonus di 18,063.
Se ProPublica non avesse lesenzione tasse lIRS avrebbe sicuramente qualcosa di ridire sul fatto che i costi di gestione del 2009 hanno superato di gran lunga gli incassi. A fianco dei 6.4 milioni di dollari ricevuti fra contributi e sussidi il tesoriere Tofei ha segnalato spese per 8,4 milioni di dollari che rappresentano un aumento del 38 per cento rispetto alla denuncia dei redditi del 2008. Unazienda non profit finirebbe in amministrazione controllata. La realtà è che le non profit tendono a trattare molto bene il personale, spesso assunto perchè ha conoscenze altolocate che forniscono fior di contributi.
Lopinione pubblica, non appena è stata messa al corrente dalla discrepanza fra non profit e dirigenti con stipendi da nababbo si è immediatamente spaccata in due.
«Fanno un ottimo lavoro - si legge sul sito di ProPublica - lasciamoli guadagnare». «Apprezzo il contributo di ProPublica al giornalismo investigativo - scrive un altro lettore - ma non capisco come possa essere possibile che il suo presidente guadagni di più dei 400 mila dollari che il governo dà ad Obama». Un altro lettore che si firma Keith commenta: «Guadagnano di più di quelli del Down Jones e di certi giornalisti del New York Times e del Washington Post.
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