«I dati di Legambiente parlano chiaro: Milano è ancora più inquinata rispetto all'anno scorso. Un risultato disastroso che dimostra, senza ombra di dubbio, l'inefficacia delle politiche ambientali della sinistra al governo della città». A protestare è il consigliere e segretario provinciale della Lega Samuele Piscina (nella foto). Legambiente Lombardia ha tracciato ieri un bilancio dell'anno che si è appena chiuso sul fronte della qualità dell'aria. Decisamente male è andata Milano, che peggiora notevolmente il dato del 2023. Milano con 68 giornate di smog - polveri sottili oltre il limite di 50 microgrammi al metro cubo - è ancora in testa alla classifica dei capoluoghi, e nel 2023 si era fermata a 49 giorni, l'anno scorso sono stati ben 19 in più. É seguita da Cremona con 57 e dagli altri capoluoghi della pianura, tutti ben oltre il numero di 35 giornate di «franchigia» che la vigente normativa contempla. La situazione peggiora nei piccoli centri della pianura zootecnica: Soresina di nuovo batte tutti i capoluoghi con ben 75 giornate di smog nel 2024. Un quadro decisamente migliore si incontra spostandosi verso l'Alta Lombardia: Bergamo ha sforato per 40 giorni, Como per 21 giorni mentre Varese, Lecco e Sondrio sono tutte al di sotto delle 10 giornate di «aria cattiva».
«Nonostante proclami e interventi pubblicizzati come rivoluzionari - sottolinea Piscina -, il bilancio ambientale del capoluogo peggiora, con effetti negativi sulla qualità della vita dei cittadini e sull'immagine della nostra città. A rendere la situazione a più insostenibile è la decisione di chiudere l'accesso ai mezzi pesanti per motivi ambientali».
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