I fatti loro

Primo caso: Elliot Spitzer, governatore di New York, viene intercettato mentre organizza un incontro con una prostituta; si dimette. Secondo caso: Ikka Kanerva, ministro finlandese, spedisce 200 sms peccaminosi a una spogliarellista che se li rivende; viene dimesso dal suo partito. Terzo caso: Max Mosley, presidente della Federazione internazionale di automobilismo, finisce nello scandalo dopo la diffusione di un video che documenta la sua partecipazione a un’orgia con cinque prostitute; non si è dimesso. Bene: che cosa accomuna questi tre casi? In teoria nulla.

Il governatore di New York ha compiuto un reato, perché nel suo Stato la prostituzione lo è: a casa. Il ministro finlandese, coi suoi sms, non ha compiuto nessun reato: ma a casa lo stesso. Max Mosley, presidente della Federazione automobilistica, non ha commesso reati (la prostituzione in Gran Bretagna non lo è) ma semmai il reato l’ha subito, perché è stato spiato: e però in molti lo vorrebbero a casa lo stesso. Morale: se in una condotta la discriminante non è più la legalità ma la sua pubblicizzazione, addio.

Se la morale mediatica supera in importanza il rispetto delle leggi, addio. In questo quadro, per i personaggi pubblici, sarà sempre più difficile sfuggire a una totale trasparenza: ma, nello stesso quadro, sarà sempre più difficile che la concedano

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