da Milano
La strada della Star verso un nuovo assetto è stata lunga e tormentata, ma ieri è arrivata la notizia ufficiale: la società italiana leader nei dadi da brodo è stata acquistata dalla multinazionale spagnola Agrolimen, e va a integrarsi con le attività di Gallina Blanca, società molto simile per identità e prodotti alla Star. La finanziaria della famiglia Fossati, la Findim, contestualmente, investe nel capitale di Pasa Group, la holding che controlla Gallina Blanca, in cui avrà una quota paritetica ad Agrolimen; a questultima, tuttavia, andrà la gestione. I valori economici delloperazione non sono stati forniti, ma lo scorso anno, quando la Findim pose in vendita la Star, ritenne incongrue offerte di 700 milioni, ritenendo che il valore della società fosse più vicino agli 800.
I fratelli Fossati, storica famiglia industriale della Brianza, resteranno dunque come importanti azionisti in una realtà più ampia e con maggiori prospettive di sviluppo internazionale; tuttavia il loro ruolo appare ridimensionato a quello di semplici soci. Non è stato nemmeno reso noto se gli accordi siano accompagnati da clausole di put e di call, che permettano, dalluna o dallaltra parte, una futura diversa sistemazione delle quote. La Star, del resto, nella sua storia cominciata nel 1948, non è nuova a rapporti avviati e poi smontati: una prima volta con la finanziaria statale Sme, una seconda con la multinazionale francese Bsn.
Oggi, comunque, le cose stanno diversamente dal passato. La Star, per quanto leader in Italia (i prodotti di punta sono: dadi - celebre il «doppio brodo» - , sughi, tè, camomilla, tonno), con i suoi 420 milioni di fatturato 2005 non ha una dimensione tale da poter far fronte con disinvoltura a unespansione internazionale, dove la massa critica è necessaria per competere con le grandi multinazionali. Inoltre, la famiglia Fossati - il cui leader oggi è Marco, presidente di Star - ha subito nel 2001 la tragedia di Linate, in cui morì Luca, uno dei fratelli, e a questo evento seguirono tensioni e liti in famiglia. Da almeno un anno e mezzo la decisione era presa: vendere, monetizzando adeguatamente, o partecipare a una nuova fase di sviluppo industriale in partnership con un gruppo straniero: si tratta pur sempre di un settore estremamente redditizio. Ha prevalso, dopo una serie di passaggi e di intoppi, la seconda via: e Gallina Blanca, nella quale confluisce il futuro della Star, è il nome che più volte in questi anni era stato fatto come lapprodo più naturale.
Le affinità tra i due marchi sono molte: i prodotti innanzitutto (dadi), le dimensioni (il fatturato di Gallina Blanca nel 2005 è stato di 296 milioni), lappartenenza a un gruppo strettamente familiare (da una parte la famiglia Carulla, dallaltra la famiglia Fossati), lottima integrazione dei mercati, quasi privi di sovrapposizioni; la Star forte soprattutto in Italia e in Olanda, Gallina Blanca in Spagna, Russia, Ucraina e in alcune zone dellAfrica.
Gallina Blanca, nata nel 1937, è stata con i suoi dadi lavvio della fortuna della famiglia Carulla, che oggi possiede un gruppo articolato e diversificato, con una presenza in un centinaio di Paesi, un fatturato globale di 1,5 miliardi di euro, 22 stabilimenti e 6.500 dipendenti diretti. La Agrolimen, la finanziaria capogruppo presieduta da Arturo Carulla, oltre ai prodotti alimentari, fabbrica cibo per cani e per gatti, prodotti per ligiene intima femminile e infantile, spumante, e possiede catene di fast food. Con il fondo Quercus equity, creato recentemente con le plusvalenze della vendita di unattività dolciaria, è addirittura entrata con il 20% in Clickair, la nuova compagnia aerea low cost lanciata da Iberia, che ha sede a Barcellona come Gallina Blanca.
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