I neo proletari

In Italia c’è bisogno di sinistra. La difesa esclusiva di operai e pensionati appartiene al secolo scorso, le fasce sociali da proteggere si stanno spalmando su un ex ceto medio che ormai è estinto in tutto l’Occidente. Più che estinto, sdoppiato: in parte declassato e in parte più benestante che mai, come dimostra l’aumento della povertà delle famiglie e al tempo stesso l’aumento medio dei consumi di lusso. Impiegati, neolaureati, professori, ricercatori, piccoli commercianti e piccoli artigiani ingrossano le file di un neo-proletariato che s’infila nelle catene commerciali low cost ed è disposto a far la spesa al discount pur di non rinunciare a pagare le rate del mutuo: sempre che, come racconta la Caritas, le cose non volgano al peggio. Dall’altra parte della vetrina, per contro, immobiliaristi, grossisti, consulenti legali e tributari moltiplicano la domanda di abitazioni di lusso nonché la richiesta, in Italia paradossalmente sempre più alta, di tv al plasma, auto di grossa cilindrata e vasche Jacuzzi; sono loro che tengono pieni i ristoranti e le località estive.


Le diseguaglianze sociali, insomma, sono da ridefinire, e nondimeno il ruolo di una sinistra che per definizione dovrebbe proteggere le fasce più deboli e indifese: il dettaglio, una volta ridisegnata la stratificazione sociale, è che questa sinistra potrebbe anche chiamarsi destra.

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