da Washington
Se le notizie sono esatte, può trattarsi di una svolta davvero importante nel conflitto iracheno. Se sono vere soltanto in parte, costituiscono forse la prima buona notizia per George Bush dal campo di battaglia dopo mesi e mesi di notizie cattive. Le rivelazioni vengono dallaltra sponda dellOceano, da ambienti vicini allunico alleato effettivo rimasto in campo con gli americani in Irak.
A raccontarlo è il Sunday Times di Londra, che spiega come da qualche tempo le tribù della regione più compattamente sunnita dellIrak, lAl Anbar, sarebbero impegnate da tempo, forse da mesi, in unoffensiva generale contro Al Qaida, addirittura in una caccia alluomo che avrebbe portato alla morte di almeno cinquecento terroristi appartenenti allorganizzazione fondata da Osama Bin Laden. I dettagli non mancano nel «rapporto» del quotidiano londinese. Fra le vittime ci sarebbero almeno due «comandanti» di formazioni di Al Qaida nellAl Anbar o a Bagdad. Lannuncio viene dal condottiero in persona, Abdul Sattar Abu Risha, che avrebbe assunto la presidenza di un Consiglio per la salvezza di Al Anbar e di milizie tribali cui è stato impartito lordine di uccidere a vista «tutti gli integralisti». Risha spiega anche il perché, dal sito che ha da poco aperto, Sot al-Irak. Abu Risha dichiara i motivi della sua guerra, che sono anche personali (suo padre e suo fratello sarebbero stati uccisi lanno scorso da terroristi seguaci di Bin Laden), ma anche tribali, religiosi e soprattutto «patriottici». Le sue milizie si sono sollevate in difesa del loro tradizionale modo di vita, per difendere e proteggere i fratelli di fede sunnita in tutto lIrak contro la minaccia degli sciiti di obbedienza iraniana e, dunque, per difendere lunità del Paese.
Questa decisione sarebbe stata presa quasi un anno fa, al termine di trattative segrete (ma non troppo: ne aveva dato annuncio anche, lanno scorso, il vicepremier iracheno Salam al Zubaie), motivando questo suo gesto con la necessità primaria di isolare e se possibile annientare Al Qaida. Ci sarebbe stato tra queste forze tribali e il governo un accordo che gli garantirebbe una quasi totale impunità, con la garanzia che le «forze di sicurezza» governative non attaccheranno mai queste milizie e che i guerriglieri tribali «potranno eventualmente arruolarsi nellesercito regolare». Questo accordo sarebbe precedente alla decisione di Bush di inviare rinforzi in Irak, per sviluppare un piano che contiene la precisazione che una parte importante dello sforzo bellico americano sarà destinata proprio alla provincia di Al Anbar.
Esperti di Washington credono di vedere in questa nuova spregiudicata strategica la mano del nuovo comandante Usa, generale David Petraeus, specialista in operazioni di controguerriglia, studioso delle esperienze compiute in vari momenti da vari Paesi (in particolare la Francia in Algeria) e autore di uno studio in proposito che sarebbe stato sottoposto allesame e poi allapprovazione del presidente Bush. È perfino possibile che Bush si riferisse a questi sviluppi, che restano clandestini, quando laltro giorno si è detto convinto che lIrak era incamminato «sulla strada della normalizzazione».
Un altro dettaglio interessante è che i capi tribali spiegano il loro cambio di campo con laccusa a unorganizzazione essenzialmente sunnita come Al Qaida di «condividere i fini dellIran, protettore degli sciiti».
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