Marianna Bartoccelli
da Roma
Non potevano che suscitare una reazione dura le parole del premier quando parla di «paese impazzito». Aggiunte alle notizie sulla Finanziaria, le parole di Romano Prodi hanno un effetto boomerang. «Non è il Paese che è impazzito ma è impazzito questo governo che dopo questa offesa di Prodi agli italiani si conferma il peggiore del dopoguerra», dice Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente Berlusconi. Così anche i leader dei due maggiori alleati di Forza Italia, Fini e Casini reagiscono alle affermazioni di Prodi, anche se con sfumature diverse. «Prodi è come una piuma ma è talmente leggero che prima di cadere a volte basta un refolo, uno spiffero. Ma Prodi è politicamente al termine della sua stagione. E pur di liberare lItalia da Prodi va bene tutto: persino un governo presieduto da Gengis Khan», azzarda il leader di An durante la manifestazione «No tax, si Tav» che si è svolta a Torino. Anche se per Fini «questo non vuol dire che Prodi cade domani, perché la politica italiana ci ha abituato a tante anomalie e questa è unanomalia». E per Fini «qualunque ipotesi alternativa a Prodi deve essere guardata con estrema soddisfazione».
Anche per Casini le frasi di Prodi si ritorcono contro il premier: «Credo che Prodi sbagli a pensare che è impazzito il Paese. Sarebbe forse più serio da parte sua pensare che è impazzito il governo». Mentre per Sandro Bondi, coordinatore di Fi, «Romano Prodi continua a mentire agli italiani e persino a se stesso». E accusa il governo di aver abbandonata la strada delle riforme e della riduzione della spesa pubblica «al solo scopo di tassare per spendere». «Questa è la sostanza della Finanziaria», ribadisce Bondi. Il vicecoordinatore degli azzurri, Fabrizio Cicchitto, aggiunge: «Il governo Prodi è attraversato da una sorta di corto circuito permanente. Il Consiglio dei ministri è un ring nel quale stalinisti, postcomunisti, postdemocristiani statalisti e radicali liberisti e trasgressivi si prendono ogni venerdì a torte in faccia».
Da Milano il senatore della Lega Roberto Calderoli sintetizza: «Pazzo, caro presidente Prodi, sarà lei», mentre da Napoli echeggiano nuove polemiche. Fini, in serata nella città partenopea, definisce il governo Prodi al «governo di Pulcinella», e Fabrizio Cicchitto promette di proiettare la parte finale dellultimo episodio del film Loro di Napoli ai numerosi «moralisti del centrosinistra», che adesso devono far fronte alla minaccia della Montalcini che rifiuta di votare sì alla Finanziaria se non passano le norme per la ricerca. «Al Senato ne vedremo delle belle» sottolinea Cicchitto, che aggiunge: «Assistiamo ad uno spettacolo indecente che, come ha detto una fonte insospettabile quale lonorevole DAlema, ha trasformato il Parlamento in un suk, per altro a nostro avviso di terza categoria. E non è finita qui».
Che la vera battaglia sarà in Senato è idea condivisa anche da Francesco Pionati dellUdc: «È il governo sullorlo di una crisi di nervi, non il paese come sostiene Prodi», afferma il responsabile nazionale comunicazione del partito di Casini. «È chiaro che questa maggioranza è in profonda crisi - ha aggiunto il segretario dellUdc, Lorenzo Cesa - mentre questo Paese ha bisogno di stabilità. Ci auguriamo veramente che Prodi ne prenda coscienza. Siamo di fronte a una situazione ingovernabile e pesante».
Azzarda uno scenario lex ministro Alemanno: «Il centrosinistra ha vinto perché, probabilmente, nella scorsa campagna elettorale cè stato un voto contro, non un voto per qualcosa.
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