Tirana in Europa? Sembrava uno scherzo fino a poco tempo fa, o una follia. E invece adesso, con l'abolizione dell'obbligo di visto, la repubblica delle aquile ha fatto il primo passo dell'avvicinamento alla Ue. Il secondo, spiega il ministro degli Esteri Franco Frattini, è previsto l'anno prossimo, con il riconoscimento ufficiale dello status di candidato all'adesione all'Unione europea. Il Kosovo invece dovrà ancora aspettare parecchio. «Prima bisognerà che si normalizzi la situazione con la Serbia. A Pristina hanno ancora bisogno dell'aiuto internazionale, ci sono i nostri soldati».
Alla Farenesina Frattini incontra il ministro dell'Interno albanese Lulzim Basha, insieme a una delegazione di una cinquantina di studenti al loro primo viaggio all'estero. «Era difficile spiegare - commenta il ministro degli Esteri - perchè durante la dittatura i cittadini fossero liberi di muoversi e ora con la democrazia non potessero recarsi a seguire un corso a Roma o a vedere un teatro a Vienna. Ho lavorato per questo anche come vicepresidente della Commissione europea, adesso finalmente il risultato è arrivato».
E, aggiunge, «non si tratta di un regalo, ma di una cosa meritata dall'Albania, il cui governo ha soddisfatto tutti i requisiti». Per questo l'Italia è a favore del secondo passo, e cioè del riconoscimento dello status di Paese candidato all'adesione alla Ue. Roma, promette Frattini, «lavorerà in tal senso con la presidenza ungherese della Ue, nel primo semestre del 2011, e poi con quella polacca, nella seconda metà dell'anno, e speriamo di arrivare a questo passo entro la fine del 2011». E Tirana che deve fare? «Niente di particolare - risponde il titolare della Farnesina - deve solo continuare con le riforme. Se così sarà, forse al prossimo voto nella primavera la decisione potrebbe essere positiva». Felice il ministro Basha: «Per noi l'abolizione dei visti è la maggiore espansione della libertà dopo il crollo del muro di Berlino. È il crollo del muro di Schengen».
Non è invece ancora il momento di abolire i visti per i kosovari che vogliono entrare nell'Unione Europea, perchè. dice Frattini, «occorre prima promuovere la riconciliazione con la Serbia».
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