«Ibra non può arrivare Huntelaar può partire irremovibili su Thiago»

nostro inviato a Milanello

Lasciate ogni speranza voi che attendete Ibrahimovic. Berlusconi ne ha stoppato ogni suo possibile arrivo: «Non so fino a che punto starebbe bene nello spogliatoio del Milan». E così, Allegri dovrà costruire il suo Milan partendo da alcuni semplici presupposti: se prima non si vende non si può acquistare, Ibrahimovic non arriverà, Huntelaar potrebbe partire, l’assalto del Real Madrid per Thiago Silva è stato respinto al mittente senza se e senza ma, davanti al possibile acquisto di un campione Berlusconi difficilmente saprebbe dire di no, questo sarà un anno di transizione in attesa del 2011 quando diversi giocatori andranno in scadenza di contratto e il Milan potrà iniziare a rifondarsi puntando sui giovani. Questi, in sintesi, i diktat berlusconiani sulle strategie di mercato del Diavolo, il quale però non dovrà perdere la propria vocazione alle vittorie, allo spettacolo e all’offensività.
E qui iniziano i primi problemi per Allegri. Ovvero, modellare il Milan secondo il proprio credo calcistico, un calcio votato all’attacco dove, però, tutti i componenti della squadra siano disposti alla corsa e al sacrificio, senza indispettire Berlusconi, il quale ha spiegato a chiare lettere come vorrebbe vedere giocare i rossoneri: Ronaldinho nel ruolo di trequartista alle spalle delle due punte. Ora, per riuscire nella composizione di questo complicato puzzle, Allegri dovrà innanzitutto lavorare per limare e smussare tutti quei diversi tasselli che al momento difficilmente possono combaciare. A partire da Ronaldinho.
Riconfermato con formula piena dal presidente Berlusconi (e anche dai tifosi che l’hanno acclamato con cori e urla al suo arrivo a Milanello), Allegri sa alla perfezione che per non scontentare il proprio presidente, il numero 80 rossonero dovrà essere il piatto forte della stagione milanista. Il brasiliano, come dimostrato dalla «cura» Leonardo, ama giocare partendo dalla sinistra, una posizione meno dispendiosa rispetto a quella centrale, che gli permette di «assentarsi» con più facilità dalla partita. Diverso, invece, il pensiero di Berlusconi: «Va messo in condizione di segnare, deve giocare a ridosso delle punte». Ergo: va dirottato dalla sinistra al centro. Questo il primo nodo per Allegri: riuscirà a convincere Ronaldinho a modificare il raggio d’azione delle proprie giocate? Senza dimenticare un secondo fattore, non meno importante: la passata stagione, Dinho giocò in maniera strepitosa solleticato dall’idea di una convocazione di Dunga per i mondiali. Venuto meno questo presupposto, Allegri dovrà essere bravo anche nel trovare gli stimoli giusti per ricaricare le batterie e la convinzione del brasiliano, forse pure un po’ stordito dalle sirene statunitensi e brasiliane che suonano da giorni.
Con questo impianto di gioco, il tecnico dovrà poi cercare una quadratura del cerchio anche a centrocampo, partendo da un semplice presupposto. Non possono giocare solamente architetti (Pirlo e Seedorf), ma devono trovare spazio anche uomini di sostanza e di fatica (Ambrosini, Gattuso, Flamini): impossibile non lasciare qualcuno scontento, Allegri dovrà da subito creare un gruppo forte e unito, magari partendo dalla riconferma di Gattuso (ieri Galliani ha negato qualsiasi trattativa con altre squadre) al quale il tecnico toscano proverà a ricaricare le pile dopo una stagione passata più in panchina che in campo.
Difficile, poi, attendersi qualche sorpresa dal mercato, dove il refrain sarà sempre lo stesso: nessun acquisto, se prima non si vende. Galliani ha confermato l’assalto (prontamente respinto) del Real Madrid per Thiago Silva, mentre Berlusconi ha sottolineato come sarebbe felice se Gattuso e Huntelaar restassero a Milanello, nonostante per l’olandese «non si possa escludere» il contrario.
Al primo giorno di scuola, insomma, per Allegri è già tempo di esami.

Può contare sull’investitura di Berlusconi e forse in cuor suo spera che una frase del premier possa diventare realtà prima della chiusura del mercato: «Non mi sono mai sottratto - ha concluso il premier - quando c’era la possibilità di prendere un grande calciatore, anche se questo non è proprio periodo per fare degli acquisti allegri». Non era una battuta, quella di Berlusconi. Ma sarebbe stata comunque bellissima...

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