Imbrattato il murales dedicato a Ramelli. "Grazie a chi ha ripulito, l'odio non vince"

Corali le reazioni di sdegno fra gli esponenti di FdI. La Procura ha aperto un'indagine per danneggiamento

Imbrattato il murales dedicato a Ramelli. "Grazie a chi ha ripulito, l'odio non vince"
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È stato imbrattato nella notte (ma ripulito all'alba dai militanti di FdI) il murales di via Paladini dedicato a Sergio Ramelli, il ventenne del Fronte della Gioventù ucciso a sprangate nel 1975 dagli esponenti di Avanguardia Operaia. Quest'anno, il 13 marzo, ricorrerà il Cinquantesimo. «Fasci appesi», l'ingiuria scritta con lo spray rosso la notte scorsa. La procura ha già aperto un fascicolo. La Digos ha informato il procuratore Marcello Viola, si ipotizza il reato deturpamento e imbrattamento.

Il coordinatore cittadino di FdI Simone Orlandi e il vice coordinatore Deborah Dell'Acqua hanno «ringraziato di cuore» i militanti che «sono intervenuti per cancellare lo sfregio vergognoso al murales»: «Oltraggiare la sua memoria, non solo è un atto vile, ma anche un insulto alla nostra democrazia e ai valori di rispetto e convivenza civile che dovrebbero essere condivisi da tutti». E ancora: «Continueremo a batterci affinchè nessuno possa calpestare la storia e i sacrifici di chi, come Sergio ha pagato un prezzo altissimo solo per aver espresso il proprio pensiero. Non arretreremo di fronte a chi cerca di dividerci con l'odio».

Il murale era stato realizzato nel 2004 sotto casa di Sergio Ramelli, ha raccontato il deputato milanese FdI Fabio Raimondo «nel punto esatto in cui 50 anni fa alcuni studenti di Medicina appartenenti ad Avanguardia Operaria gli sfondarono il cranio con pesantissime chiavi inglesi. Sergio morirà in un letto d'ospedale dopo 47 giorni di agonia. Quel giorno, il 29 aprile, il Consiglio comunale di Milano accolse la notizia della sua morte con un applauso infame e vigliacco». Il murale è stato, negli anni, più volte vilipeso e sempre ripristinato, «ed è il simbolo di chi ha raccolto il testimone ideale per consegnarlo alle generazioni successive - ha aggiunto Raimondo - Non ci faremo intimidire da chi incita alla violenza e vorrebbe pericolosamente portare le lancette della Storia indietro agli anni bui della nostra Repubblica». In tanti hanno manifestato sdegno, dal presidente Ignazio La Russa al ministro Valditara al deputato Riccardo De Corato. «Un gesto tanto grave, quanto vigliacco - ha dichiarato Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia - Grave perché colpisce la memoria di un giovane ucciso a causa delle proprie idee, vigliacco perché, chi l'ha compiuto, non ha avuto il coraggio di farsi riconoscere».

L'europarlamentare di FdI Carlo Fidanza ha sottolineato che «anche a cinquant'anni di distanza il nome di Ramelli e il suo ricordo fanno ancora paura a chi conosce solo l'odio. Ci auguriamo che i responsabili vengano identificati il prima possibile».

Paola Frassinetti, Sottosegretario all'Istruzione e al merito, ha aggiunto: «Non permetteremo di rovinare le celebrazioni in onore di Sergio che auspichiamo venga ricordato come figlio d'Italia e non di una sola parte». Indignato anche il sindaco Sala: «Un fatto molto grave. Da quando sono sindaco, non ho mai perso una commemorazione di questo povero ragazzo, il gesto è assolutamente da condannare».

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