L’Area C? Bocciata. Pedemontana e Tangenziale? Nel 2015 non saranno pronte. Partecipazione degli enti pubblici nelle società? Ci vogliono scelte coraggiose. È un’analisi dettagliata e senza esclusione di colpi quella sintetizzzata in 11 pagine fitte di dati e commenti da Giuliano Asperti, vicepresidente di Assolombarda alla Conferenza sulla Mobilità. Al decimo compleanno della Mobility conference è d’obbligo un bilancio, perché «gran parte dei problemi posti, ritardi e recuperi possibili dipendono anche dalle classi dirigenti del Nord». E giù con il bisturi. L’Area C «è una tassa di scopo per uno scopo sbagliato», ha chiosato Asperti. Di più. «Pensare di bloccare la mobilità privata in Milano è come pensare di togliere la borraccia a chi deve affrontare il deserto, pensando così di alleggerirlo». Gli imprenditori per bocca del loro vicepresidente, bocciano senza possibilità di recupero la nuova tassa imposta dal Comune. E specificano: «Si tratta di più di due milioni di spostamenti al giorno che non si possono certo trasferire su due ruote». Quindi «l’augurio è che si cominci quanto prima a parlare di un vero piano della mobilità». Asperti non ha lesinato stilettate agli enti pubblici, rispettando una sorta di par condicio. Ne ha avute per il Comune, puntando il dito contro la recente Area C, ma anche sul nuovo Pgt: «Lo scorso anno proprio qui esprimevamo compiacimento per l’approvazione del Pgt la cui discussione era cominciata nel 2008. Troppo bello! Oggi l’orologio è tornato indietro. Sarà riapprovato entro la fine del 2012. Viene da chiedersi quale strumento di governo possa mai essere uno strumento che ha bisogno di 5 anni per essere definito in un’epoca in cui in 5 anni tutto cambia intorno a noi». Ma ha bacchettato pure la Regione dando per certo ormai «l’impossibilità» che Pedemontana e Tangenziale esterna siano disponibili per il 2015. Non solo. «Anche altre opere strettamente pensate per Expo sono in preoccupante ritardo e necessitano di iniezioni procedurali assai forti». Capitolo autostrade: secondo i dati forniti da Assolombarda nel 2001 la Lombardia contava 65 chilometri di autostrade per milione di abitanti, «rispetto al doppio e anche il triplo di altre aeree europee di pari rango». E oggi, 10 anni dopo? «Siamo ancora lì: dei quasi 300 chilometri di nuova rete prevista forse per Expo ne saranno disponibili 80». Con l’aggravante che molte di queste infrastrutture «sono state avviate 10 anche 15 anni fa». Qualcosa non ha funzionato. «Perché un’opera che richiede 3, al massimo 4 anni per essere costruita ne richiede 10-15 per arrivare all’avvio dei lavori?», si chiede e chiede Asperti. Senza volere addossare facili colpe «perché tutti ci siamo impegnati molto - ha commentato Asperti - però qualcosa non ha funzionato. Anzi, è impossibile che una massa di sforzo così grande abbia prodotto così poco». Meditate, insomma, gente meditate «perché ora siamo ad un vero e proprio punto critico. Vediamo tutti di dare la spinta finale», ha incitato Asperti. La sua analisi non è scivolata via senza repliche. «L’affermazione è tecnicamente infondata - ha replicato l’assessore lombardo ai trasporti Raffaele Cattaneo - tutti i progetti più importanti sono ancora in condizione di arrivare in tempo per Expo. Gli ha fatto eco il governatore Formigoni: «Su Pedemontana c’è il ricorso al Tar dell’impresa che è arrivata seconda. Se sarà ritirato il ricorso oppure se il Tar deciderà in tempi rapidi, saranno rispettate le scadenze.
Anche per Brebemi attendiammo che la magistratura sblocchi gli ultimi chilometri e anche per Tem la Corte dei Conti non ha ancora registrato l’intesa». Se questi tre nodi si scioglieranno per Formigoni i tempi saranno rispettati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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