Marino Smiderle
da Venezia
Il cuscino di Batman è stato appoggiato sulla culla con giudizioso anticipo. Del resto, mancavano solo dieci giorni, secondo i calcoli del ginecologo, e poi Jennifer Zacconi avrebbe dato alla luce un bel maschietto. Tutto era pronto, nella cameretta di Olmo di Martellago, nel Veneziano, dovè ancora appeso il poster di una festa particolare: «Buon compleanno Jennifer». E di fianco la cifra scritta in grande: «20 anni». Sì, aveva solo ventanni questa mammina coraggiosa, pronta ad affrontare un futuro mica tanto facile. Il papà di quel bimbo non aveva alcuna intenzione di riconoscerlo e Jenny laveva lasciato, tenendosi con gioia il frutto di quellamore finito. Già, ma il papà di quel bimbo, Lucio Niero, barista di 34 anni, titolare di un club privato chiuso due mesi fa, sposato con due figli di 10 e 6 anni, una settimana fa si è rifatto vivo, le ha chiesto un appuntamento, Jenny ci è andata, col suo pancione che metteva allegria. Forse pensava a un ripensamento delluomo, almeno a un aiuto, un cenno. E invece si è trovata di fronte un mostro, che lha afferrata, strangolata, uccisa. E con lei ha ucciso anche il bimbo, pensando così di risolvere la questione una volta per tutte.
Il triste epilogo di questa storia risale allo scorso week-end, nella notte tra sabato e domenica. Niero chiede a Jenny di uscire con lui, le deve parlare, le deve spiegare. Non regge più il peso della situazione: la moglie non sa niente della relazione con la giovane di Olmo e Jenny, forse, cercando di ottenere un minimo di impegni per il futuro mantenimento del bimbo, minaccia di rivelare tutto. La discussione si fa violenta. In macchina volano parole grosse, Niero alza le mani, la picchia. Poi perde la testa, stringe le mani attorno al collo, non si ferma, lammazza.
Questo è quel che dovrebbe essere accaduto, almeno secondo quanto ha raccontato al pm di Venezia, Stefano Buccini, lo stesso Niero, arrestato a Milano laltro ieri. In questi ultimi giorni si era parlato di scomparse misteriose, tanto di Jennifer, quanto del suo ex amante: nessuno li aveva più rivisti dopo quellincontro notturno di fronte al campo di calcio di Olmo. Cera solo un sms, partito dal cellulare della ragazza e diretto ai genitori per tranquillizzarli: «Sono al casinò di Nova Gorica, non preoccupatevi».
Il messaggio laveva inviato lo stesso Niero, prima di far perdere le proprie tracce. Ma nessuno ci aveva creduto. Jenny, che viveva in casa dei genitori, nelle ultime settimane era concentrata sulla nascita imminente, era premurosa e non si sarebbe mai sognata di imbarcarsi in un viaggio così faticoso. E così i familiari avevano presentato denuncia di scomparsa domenica pomeriggio. Da quel momento i carabinieri hanno seguito le tracce del cellulare di Jennifer, scoprendo che non si era mai allontanato da Martellago. Hanno cominciato a controllare i laghetti che sono nelle vicinanze e, contemporaneamente, si sono messi a indagare sul barista. Intanto Angela Zacconi, la sorella di Jenny, arriva a offrire 50 mila euro per chi dà informazioni utili. Il papà Tullio torna dalla Bulgaria, dove gestisce uno zuccherificio.
Si aspettano notizie positive, che però non arrivano. Niero telefona alla moglie e, così facendo, consente ai carabinieri di individuarlo e di catturarlo, a Milano. Lo mettono alle strette e, dopo 10 ore di interrogatorio, ieri mattina alle 5 il barista confessa. «Sì, lho uccisa io». E porta gli inquirenti nel posto dove ha sepolto il cadavere. Anzi, i cadaveri. Non ha neanche dovuto scavare la fossa, cerano già dei buchi fatti per piantarci delle piante, a Maerne, vicino a un distributore di benzina. Ci ha messo Jenny, col figlio in grembo, e li ha coperti con venti centimetri di terra.
Certo, cè la confessione. Ma ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire. «Luomo era visibilmente provato, scosso», ha detto il pm. Per il momento è accusato di omicidio volontario. «Ma cè una montagna che lo schiaccia», ha spiegato il magistrato. Oggi verrà eseguita lautopsia per verificare le cause della morte.
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