Le esecuzioni capitali in India sono una rarità. L’ultima ha avuto luogo nel 2004. Ma lo scorso mese di maggio il presidente indiano ha respinto la richiesta di clemenza di un condannato morte. Una decisione inattesa, che adesso deve essere messa in pratica. Lo stato himalayano di Assam così ha lanciato un singolare appello: A.A.A. Boia cercasi. Ma nessuno ha risposto. Perché in India vivono un miliardo e duecentomila persone - ci sono banchieri e guru, miliardari e agricoltori, autisti di risciò e ribelli maoisti, studenti e star di Bollywood -, ma non si riesce a trovare un "esecutore autorizzato". La ricerca è faticosa, nonostante le autorità locali stiano provando a percorrere ogni strada, riferisce oggi il New York Times.
Riviste e quotidiani hanno pubblicato un appello, che suona come un macabro annuncio: "La nazione cerca qualcuno che che metta il cappio attorno al collo di un assassino". Poi, come all’improvviso, si è accesa una luce. Ed è arrivata l’idea giusta. Qualcuno ha pensato a un nome e un cognome, Kala Kumar. Solo pochi anni fa, la scelta naturale sarebbe caduta su di lui, boia, figlio di boia. Impiccò uno dei due assassini di Indira Ghandi, nel 1989. Ma è morto da anni, passando il testimone al figlio Mammu Singh. Mammu, durante la sua carriera, ha provveduto a eseguire 11 condanne a morte. Ma anche lui è deceduto e così il suo erede naturale - Pawan Kumar - ha deciso di proseguire il lavoro del padre "e mantenere la tradizione di famiglia". Ha già presentato le sue credenziali. Ma la burocrazia in India impone tempi lunghi e Pawan è ancora in attesa di una risposta.
I 75 dollari al mese che spettano al "boia" di professione sono un buon motivo per aspettare. Però i tempi stringono e la condanna a morte va eseguita. Il mese prossimo farà un colloquio. Se andrà bene, lo stato di Assam avrà trovato il suo uomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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