Sulla scia di quelli americani, gli indignados italiani continuano la protesta contro le banche e il sistema economico-finanziario. A Bologna un centinaio di manifestanti sono stati respinti dalla polizia, davanti alla sede della Banca d’Italia in piazza Cavour. I poliziotti hanno caricato i manifestanti che spingevano per entrare nella sede dell’Istituto di credito. In piazza Cavour è in corso la protesta di un centinaio di studenti e militanti dei centri sociali contro le politiche economiche delle banche centrali.
Due le cariche delle forze dell’ordine, intervallate da una decina di minuti l’una dall’altra, contro la prima linea dei manifestanti, che ha provato a entrare nell’istituto di credito. Sono volate diverse manganellate: da parte dei manifestanti è stato fatto scoppiare anche un petardo e sono stati lanciati un paio di bastoni. Il parapiglia è durato pochi minuti, mentre il presidio è ancora in corso. Gli indignados bolognesi volevano entrare nella sede della Banca d’Italia per consegnare simbolicamente al mittente la lettera mandata dalla banca centrale europea, lo scorso agosto, al governo italiano.
Il bilancio attuale degli scontri parla di una studentessa ferita alla bocca e di un carabiniere rimasto contuso. Prima di lasciare piazza Cavour dal presidio di protesta sono state lanciate uova, palloncini di vernice, fumogeni e petardi contro il palazzo dove ha sede la Banca d’Italia. Poi gli indignados sono entrati nella sede della Corte d’Appello di via Monticelli scandendo slogan e mostrando i loro striscioni. Un altro gruppo di manifestanti è rimasto in via Castiglione a bloccare il traffico con l’aiuto di una camionetta che spara musica a tutto volume.
Circa 400-500 indignados si sono radunati davanti al Museo di arte contemporanea di via Nazionale, poco lontano da palazzo Koch, presidiato da un cordone di polizia. I manifestanti si sono così raggruppati sotto il grande cartellone della mostra ospitata in questo momento nel museo, che per coincidenza ha il titolo "realismi socialisti". Alcuni indignados hanno maschere da diavolo, uno ha azzardato anche una maschera di Berlusconi. L’elicottero della polizia sorvola zona e via Nazionale è chiusa, mentre le camionette della polizia sostano davanti alla sede. Alcuni manifestanti sono sulle scale del museo, altri sono a ridosso delle camionette in una sorta di assedio virtuale, ma senza contatto con le forze di polizia. Un gruppetto ha anche attaccato dei mega cartelloni sulle fiancate delle camionette: la scritta "Draghi ribelli", sotto gigantografie truccate ad arte di Mario Draghi.
A Milano davanti alla sede di Unicredit, vicina a quella del Leone, è in corso un presidio degli indignados della Cub, con il sound system che diffonde le note di ’Mr Tambourine Man’ di Bob Dylan. I manifestanti hanno cercato di entrare per consegnare i loro esposti e restituire la lettera che la Bce ha inviato al governo ad agosto. Il presidio è composto dai giovani del gruppo Time out che riunisce studenti, precari, collettivi e centri sociali.
Traffico rallentato in via del Corso a Roma per la presenza di manifestanti. Gli indignados, partiti da Montecitorio, hanno sfilato senza manifesti e striscioni invadendo la sede stradale. Diretti verso piazza Santi Apostoli, hanno in programma una manifestazione davanti alla Banca d’Italia. Anche nella Capitale ci sono stati tafferuglie e scontri con gli agenti della polizia.
E sabato 15 ottobre, gli indignados ripeteranno le loro proteste in una grande manifestazione nella Capitale chiamata "la giornata della rabbia". Intelligence al lavoro e contatti tra le polizie europee. C’è massima allerta a Roma. Secondo gli organizzatori arriveranno da tutta Italia circa 150mila persone. Da parte delle forze dell’ordine si prevede un impegno superiore a quello messo in campo lo scorso 14 dicembre, quando durante il corteo degli studenti il centro storico della Capitale venne letteralmente assediato, con scene di guerriglia urbana. Quel giorno furono impegnati circa un migliaio di uomini. Si teme il rischio di azioni emulative o collegate tra le manifestazioni degli Indignados che si svolgeranno in contemporanea nelle principali capitali come Roma, Madrid, Atene. Inoltre, gli agenti sono già impegnati in sopralluoghi ai punti sensibili della Capitale in primis obiettivi istituzionali ed economici, come le banche tradizionalmente bersagliati dagli indignati.
"Solleciterò la massima attenzione per tutelare i valori della nostra città dal punto di vista artistico e urbano: non si deve ripetere quello che è successo il 14 dicembre dello scorso anno", ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Intanto sul fronte americano, la protesta degli indignados arriva sotto le abitazioni dei Paperoni di Wall Street: dal magnate televisivo Rupert Murdoch al miliardario David Koch, fino al numero uno di JP Morgan Jamie Dimon. La parola d’ordine è partita dal solito sito, quello di "Occupy Wall Street". Ma l’appuntamento per la "Marcia dei Miliardari" stavolta non è nel cuore del Financial District. Gli indignati della finanza si sono radunati a due passi dall’ingresso sud del Central Park e hanno puntato dritto verso la parte alta della città.
Nel mirino ci sono le case dei big della finanza, tra la Quinta Strada e Park Avenue. Davanti al numero 834 della Fifth Avenue, una elegante palazzo che affaccia sul polmone verde di Manhattan, si sono accalcate oltre 500 persone, con gli agenti di polizia che hanno faticato non poco per tenere a bada la folla che urlava: "Noi siamo il 99%", "Murdoch, dacci un lavoro".
Obiettivo della marcia: chiedere l’estensione della tassa sui super-ricchi in vigore nello Stato di New
york, che dovrebbe decadere il 31 dicembre 2011. L’autorizzazione per sfilare in strada non c’è, e i manifestanti proseguono pacificamente lungo i marciapiedi della Quinta Strada - sotto l’occhio vigile degli agenti -- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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