Influenza A, in coda per il vaccino Posi letto riservati negli ospedali

Scatta la fase due della profilassi. Dopo i medici e i tassisti adesso toccherà a mamme in gravidanza e bimbi a rischio. Si teme un boom di ricoveri. La Regione: "Anche gli ospedali senza pronto soccorso mettano a disposizione posti letto"

Influenza A, in coda per il vaccino 
Posi letto riservati negli ospedali

Marisa de Moliner e Maria Sorbi

Influenza suina: scatta la fase due. Mentre raddoppia il numero degli ammalati, prende il via la seconda tranche della distribuzione del vaccino tra i soggetti a rischio. Le prime dosi sono state somministrate, a metà ottobre, al personale dei servizi essenziali, compresi quelli di trasporto, e ai medici degli ospedali. Ora è la volta delle mamme in dolce attesa, dei bambini a rischio tra i sei e i 17 mesi di età, dei bambini tra i sei e i 24 mesi nati prima del termine della gravidanza.
A comunicarlo è la direzione generale dell’assessorato alla Sanità della Regione. «Le Asl della Lombardia - si legge in una nota - hanno già iniziato la campagna di vaccinazioni, a partire dalle province di Brescia, Pavia, Mantova e Cremona». Si proseguirà con tutte le altre. In una terza fase della somministrazione del vaccino anti-suina verranno coinvolte tutte le persone che non hanno ancora compiuto i 65 anni e che presentano patologie a rischio. Potranno essere vaccinate anche persone con patologie croniche ma che non hanno la residenza in Lombardia, purché siano in possesso del tesserino di esenzione della propria regione. Dal Pirellone arrivano rassicurazioni sul numero delle dosi, sufficienti per tutti, e sulle tempistiche della distribuzione: «I vaccini sono arrivati soltanto lunedì scorso, una settimana fa».

Il virus si è diffuso nelle scuole, dimezzando il numero dei bambini in aula, con una percentuale delle assenze che supera il 30 per cento. Ma la situazione sembra sotto controllo, soprattutto negli ospedali e nei pronto soccorso. «Certo, arrivano più richieste - spiega l’assessore lombardo alla Sanità, Luciano Bresciani - soprattutto di mamme preoccupate per i propri figli, ma non ci sono elementi di allarme». L’intasamento degli ospedali è «l’ultima cosa di cui ci preoccupiamo - aggiunge -. Abbiamo in mano i dati di un monitoraggio aggiornato con costanza e siamo in linea con le attese, non c’è nessun elemento in più di allarme». Secondo l’assessore, inoltre, il numero dei casi acuti e delle complicanze «è sotto le attese». Bresciani sostiene che ci sia una rete elastica di sistema pronta a far fronte ai picchi di contagio. E ribadisce che «andare al pronto soccorso non serve a nulla» ma è molto meglio curarsi a casa per evitare ulteriori contagi. Per le vaccinazioni, i cittadini possono chiedere maggiori informazioni agli ambulatori dell’Asl di appartenenza. Dagli ospedali milanesi arriva conferma che le situazioni nei pronto soccorso sono sotto controllo. Ma Milano non si fa cogliere impreparata. Contro il primo boom di casi d'influenza l'Asl nel fine settimana ha fatto partire il piano d'emergenza recuperando più posti letto possibili in città, coinvolgendo le strutture sanitarie che non sono dotate di pronto soccorso. E non solo, altri posti letto da dedicare ai pazienti colpiti da virus sono stati reperiti nei reparti di chirurgia di tutti gli ospedali cittadini. Un arruolamento che riguarda ben 35 tra nosocomi e cliniche. È il caso del Cardiologico Monzino, della clinica San Siro, dell'Istituto Nazionale dei Tumori, dello Ieo, della Fondazione Maugeri e della clinica Sant'Ambrogio. Una strategia anti-pienone che fortunatamente ieri non è stata necessaria. Anche per il 118 è stata una giornata abbastanza tranquilla. «Niente a che vedere con domenica scorsa - spiega Giovanni Sesana, responsabile del 118 - allora i pronto soccorso erano stati presi d'assalto ed alla nostra centrale sono arrivate ben 2.400 telefonate, il 30% in più del solito. Un aumento dovuto ai casi di influenza A che ha spinto l'Asl a far scattare da venerdì scorso il piano di emergenza per il reperimento di posti letto disponibili». Il giorno di Ognissanti per quanto riguarda il 118 è trascorso, dunque abbastanza tranquillo: alle ore 20 alla centrale che smista le ambulanze erano arrivate 1.661 telefonate cui sono seguiti solo 916 interventi dei soccorritori.

Oggi invece, anticipa il dottor Sesana, «sarà un po' come una prova del nove trattandosi di una giornata mezza festiva». Per ora, il virus A non ha rovinato ai milanesi né la festa di Halloween né il ponte di Ognissanti.

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