Gli inglesi aprono il festival MilanoOltre

«My arm» e «Sister, such devoted sisters» di Crouch e Barr sono i primi due titoli della rassegna internazionale

Patrizia Rappazzo

Grande attesa per l'inizio del festival internazionale MilanoOltre, la manifestazione di teatro danza e musica, arrivata alla sua diciannovesima edizione e quest'anno incentrata sul tema «Migrazioni: di Paese in Paese, di corpo in corpo».
La prima settimana di programmazione che prende il via stasera al Teatro Litta, è dedicata al teatro inglese: in programma due appuntamenti con autori-attori, Tim Crouch autore di My arm (stasera, il 21 e il 22, ore 21) e Russell Barr, attore già interprete per testi di Mark Ravenhill che debutta con Sisters, such devoted sisters (24 e 25 ore 21), entrambi «scoperti» dal pubblico internazionale al Festival di Edimburgo.
Inaugura stasera Tim Crouch con My arm (in inglese con sopratitoli in italiano), un incredibile episodio nella vita di un ragazzino che vede il diretto coinvolgimento del pubblico ed è raccontato con strumenti semplici: la voce dell'attore, cento banali oggetti, uno schermo e una telecamera. Spettacolo di grande successo in Gran Bretagna, My arm porta sulla scena la rivisitazione di un ricordo d'infanzia - un pervicace gesto di protesta che ricorda il barone rampante calviniano - sostanziato dall'azione del protagonista di mettersi - «un po' per celia e un po' per non morire» - un braccio sulla testa e non toglierlo più.
My arm, acclamato come evento al Fringe del Festival di Edimburgo nel 2003, e presentato in tournée in molti Paesi, è il debutto come autore di Tim Crouch, attualmente scrittore residente al teatro di Mannheim, in evidenza negli scorsi anni come attore, sia in Inghilterra che negli Stati Uniti e attivo, tra l'altro, anche come fondatore del gruppo Public Parts, segnalato per un adattamento de Il buon soldato di Ford Madox Ford e per The Marvellous Bo. Al territorio della performance art l'autore è tornato con il suo secondo lavoro, An Oak Tree ispirato a un'opera di Michael Craig-Martin e presentato nell'ultima edizione del festival scozzese.
La relazione tra arte ed esistenza, e la rielaborazione della quotidianità, allo stesso tempo, via di salvezza e di perdita, rappresentano il fil rouge che lega le due opere, in una dinamica che sembra rievocare quella della relazione tra il performer Leigh Bowery e Lucian Freud.
La settimana dedicata al teatro inglese prosegue con Sisters, such devoted sisters - acclamato da pubblico e critica al Festival di Edimburgo 2004 e premiato con il Carol Tambor Award - il monologo-confessione di Russell Barr, un testo esplicitamente autobiografico per il quale l'autore, che si presenta in scena nelle vesti di una drag queen con zeppe e parrucca e sferra un duro attacco alla morale benpensante, ha proposto la definizione di un teatro che vuole proporsi come «confessionale», luogo di dichiarazione di una visione del mondo che parte dall'autobiografia.


Il trittico inglese avrebbe dovuto essere completato dallo spettacolo del coreografo Russell Maliphant, ma la compagnia ha annullato la partecipazione e l'organizzazione del festival sta provvedendo ad una sostituzione da inserire in calendario.

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