In Italia, ogni anno, si registrano nuovi casi di tumori al fegato che sono complessivamente 13 mila con un’incidenza maggiore tra i maschi rispetto alle femmine. Nel mondo, il tumore al fegato è il sesto più diffuso e l’origine della malattia, nella maggior parte dei casi, sono le cellule interne all’organo, gli epatociti, tant’è che si parla di epatocarcinoma, che rappresenta il 90% dei casi di cancro nella zona. Tra i fattori di rischio, c’è sicuramente l’abuso di alcol mentre studi recenti hanno dimostrato che sussiste una forte correlazione tra il tumore al fegato e patologie come il diabete e l’obesità. È nota da tempo, invece, la correlazione tra tumore e fumo oltre che con l'assunzione di steroidi anabolizzanti. Altre cause potrebbe essere il virus dell’epatite B oltre che dell’epatite C.
Dato che la malattia è estremamente diffusa, la ricerca è fondamentale e l’Aoup, azienda ospedaliero-universitaria, di Pisa ha infranto un record mondiale dato che nessuna struttura sanitaria c’era prima riuscita. Il personale medico dell'Aoup è riuscito, in soli due anni su 15 casi, a produrre 39 nuovi fegati, 2 per caso, partendo sempre da quello di un paziente malato.
La prima volta che il personale della struttura è riuscito in questo miracolo è stato, nel 2018, con una paziente affetta da 35 lesioni metastatiche al fegato e un tumore al colon. Lo speciale intervento ha consentito di rimuovere tutte le lesioni metastatiche distribuite in entrambi i lobi del fegato e il tumore “primitivo” presente nel colon della giovane donna. Per i medici, era impossibile intervenire contemporaneamente su entrambi gli organi e per questo hanno dovuto operare in due momenti distinti.
Con la prima operazione, i dottori hanno eseguito la divisione del fegato in due parti e asportato sia i segmenti lesionati che il tumore primitivo. Dopo questo primo intervento, i medici hanno fatto crescere l’unico segmento sano del fegato di destra attraverso una tecnica specifica, chiamata embolizzazione portale. Con la seconda operazione, i medici hanno lavorato sul fegato di destra, asportando le sezioni malate e ciò era un qualcosa di molto delicato considerando che le funzioni vitali della paziente sono state sostenute del fegato di sinistra. Così facendo, sostengono i medici, nel caso in cui la malattia tornasse a manifestarsi, sarebbe possibile per la paziente sottoporsi a nuovi interventi chirurgici.
Questa nuova strategia chirurgica, finora mai messa in atto in nessun ospedale del mondo, è stata ideata dal Gruppo multidisciplinare per la Chirurgia epatica del risparmio d’organo e applicata dal dottor Lucio Urbani nelle sale operatorie dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana. Lo stesso Urbani ha dichiarato: "Si tratta di coniugare la chemioterapia con una chirurgia estremamente complessa che ha coordinato tutti i professionisti responsabili della nuova chirurgia epatica e coautori della pubblicazione scientifica, indi per cui è fondamentale l'interazione tra professionalità tanto esperte, perché più le terapie sono complesse e più devono essere personalizzate e su misura per ogni paziente".
Urbani ha anche aggiunto: “È stata messa a punto una strategia chirurgica che risparmi il fegato e che, allo stesso tempo, riduca il rischio della recidiva nella sua zona vitale, poiché potrebbe ostacolare la successiva somministrazione di trattamenti sistemici e peggiorare la qualità della vita del paziente a causa del coinvolgimento biliare”.
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