A Padova il primo trapianto al mondo a cuore battente

L'organo traferito dal donatore al ricevente non ha mai smesso di battere: "Aperta una nuova frontiera". Ecco quali sono i vantaggi di questa tecnica innovativa

A Padova il primo trapianto al mondo a cuore battente
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Una notizia che sta facendo il giro del mondo e suscita emozione e commozione per i nuovi traguardi della Medicina e per l'eccellenza che l'Italia dimostra anche in questo settore: per la prima volta al mondo è stato effettuato un trapianto con il cuore totalmente battente sin dal primo momento in cui è stato prelevato dal donatore. A riuscire in questa splendida impresa il team della UOC Cardiochirurgia dell'Azienda Ospedale Università di Padova diretta dal prof. Gino Gerosa.

Un intervento straordinario

L'uomo che rimarrà nella storia sta bene e verrà presto dimesso. "Abbiamo prelevato da un donatore, a cuore fermo, l'organo, che è stato fatto ripartire e non è più stato fermato", ha spiegato il prof. Gerosa all'AdnKronos. "Dal prelievo, al trasporto, fino all'impianto, tutto è stato fatto senza che mai il cuore smettesse di battere". A quel punto, l'esperto ha spiegato che l cuore battente del donatore a preso il posto di quello pulsante di chi lo ha ricevuto. Si tratta di una rivoluzione in questo campo perché fino a oggi "il cuore veniva fermato per il prelievo e nuovamente per il trapianto, nel caso si fosse utilizzata anche la macchina per la perfusione ex vivo per il trasporto. L'organo veniva quindi fermato, inserito all'interno della macchina per la perfusione ex vivo, dove ripartiva e tornava a essere battente", ha spiegato Gerosa.

Cosa cambia adesso

Prima che venisse trapianto, ecco che il cuore veniva fermato nuovamente per poi ripartire in maniera definitiva a operazione conclusa. In questo modo, però, "ogni volta che il cuore si ferma c'è un danno dell'organo", sottolinea il cardiochirurgo. Adesso la nuova tecnica potrà essere utilizzata anche da altri cardiochirurghi nel mondo con notevoli benefici per i pazienti che dovranno subire un trapianto di cuore. "Innanzitutto migliora i risultati del trapianto cardiaco perché si evita il danno da ischemia/riperfusione, cioè il danno cellulare, sia al momento del prelievo che all'impianto dell'organo, nel caso venga fermato, garantendo quindi una migliore ripresa della funzionalità cardiaca. A questo segue una migliore performance cardiaca che equivale a migliorare l'outcome post-operatorio, con un più rapido recupero e dimissioni dall'ospedale". Da oggi in poi, conclude Gerosa, questa tecnica si applicherà a tutti i trapianti che arriveranno da un donatore a cuore fermo.

"Aperta nuova frontiera"

Un enorme plauso è arrivato anche dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha sottolineato come "Gino Gerosa e la sua straordinaria équipe hanno varcato, primi nel mondo, una nuova frontiera della cardiochirurgia e della trapiantistica.

È stata scritta in Veneto una nuova pagina indelebile della storia internazionale di questa disciplina. Non ci sono più parole per esprimere la stima e la gratitudine al Professor Gerosa, a tutti i componenti della sua squadra, e all’Azienda Ospedale Università di Padova".

Team del prof. Gerosa

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