Tumori maligni e carenza di vitamina B6: scoperto il legame. Lo studio

Una ricerca coordinata dalla Sapienza e dalla Fondazione Santa Lucia di Roma ha dimostrato che la mancanza di vitamina B6 può trasformare i tumori benigni in forme aggressive.

Tumori maligni e carenza di vitamina B6: scoperto il legame. Lo studio
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La carenza di vitamina B6 è correlata all’insorgenza di tumori maligni. È quanto è stato scoperto all’esito di una ricerca condotta dai dipartimenti di biologia e biotecnologie Charles Darwin e di scienze biochimiche Alessandro Rossi Fanelli della Sapienza Università di Roma e dal Laboratorio di neurobiologia cellulare della Fondazione Santa Lucia della medesima città.

Lo studio

Gli esperti hanno chiarito quali sono i meccanismi alla base del legame tra livelli bassi di vitamina B6 e lo sviluppo dei tumori maligni.

Per la prima volta sono stati effettuati esperimenti in vivo su esemplari di Drosophila melanogaster, il comune moscerino della frutta.

In particolare, l’analisi ha dimostrato che la deficienza della vitamina B6 è in grado di trasformare tumori benigni che esprimono l’oncogene RasV12 (un gene legato alla formazione di neoplasie) in forme più aggressive che producono metastasi.

La vitamina B6 e i tumori

La vitamina B6 è un composto idrosolubile e dalle proprietà antiossidanti. Tale sostanza rende possibile l’attività degli enzimi coinvolti nel 4% delle reazioni metaboliche.

Per questo motivo, all’interno del delicato equilibrio cellulare, la carenza di vitamina B6 determina, fra le altre cose, un danno al DNA e aberrazioni cromosomiche.

I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta in vivo la correlazione tra bassi livelli della vitamina B6, il danno genomico e lo stress ossidativo nelle cellule tumorali.

Il ruolo dei moscerini della frutta

Per arrivare al risultato, gli studiosi hanno utilizzato la Drosophila melanogaster. Attraverso opportuni incroci genetici, gli scienziati hanno ottenuto larve di Drosophila molto particolari. Si è trattato di larve che esprimevano contemporaneamente l’oncogene Ras, che provoca tumori benigni, e una proteina fluorescente verde. Quest’ultima ha permesso di poter seguire agevolmente le masse tumorali e le eventuali metastasi generatesi dal tumore primario.

Le larve sono state trattate con uno specifico inibitore della vitamina B6 per ridurne la concentrazione. Poi sono state esaminate per valutare gli effetti di tale deficienza sul fenotipo tumorale.

Gli studiosi sottolineano che l’utilizzo del moscerino della frutta come modello sperimentale per studi genetici ha innumerevoli vantaggi. Si tratta tra l'altro di un organismo importantissimo per lo studio del metabolismo e del suo impatto sul cancro.

L’insetto infatti possiede la maggioranza delle vie metaboliche che negli esseri umani risultano alla base dei tumori. Si tratta quindi di un modello d’indagine che, secondo i ricercatori, potrà essere usato anche in futuro per studiare l’impatto della carenza di altri micronutrienti nei processi di formazione e metastatizzazione dei tumori.

Dove si trova la vitamina B6

La carenza primaria di tale vitamina nei paesi sviluppati è rara. Tale sostanza è infatti presente nella maggior parte degli alimenti. Tra questi vi sono le carni, soprattutto quelle bianche, il pesce, gli spinaci, le patate, i legumi. Si trova inoltre nella frutta, ma non negli agrumi.

Possono invece riscontrarsi carenze secondarie derivanti dall’assunzione di determinati farmaci, dall’abuso di alcool e da patologie come diabete e sindromi di malassorbimento.

Perchè integrarla nella dieta

I risultati ottenuti suggeriscono, secondo gli scienziati, l’importanza di valutare l’integrità del genoma come biomarcatore predittivo in tutti i contesti in cui la vitamina B6 è ridotta.

Molto importante è inoltre tenere

presente che la dieta ha un impatto sui tumori. Dunque si può cercare di prevenire l’insorgenza di forme maligne anche a tavola.

I risultati dell'opera sono stati pubblicati sulla rivista Cell Death & Disease.

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