Dopo un recente studio apparso su Human Psicopharmacology, la vitamina B6 è già stata battezzata la vitamina anti-ansia. Non solo. Pare abbia anche proprietà antidepressive. C’è solo un problema: lo studio che ne ha evidenziato i benefici, sia rispetto al placebo sia dopo un confronto con la vitamina B12, mostra che il dosaggio impiegato è di 50 volte superiore al normale. È perciò sicuramente improponibile pensare di integrare il proprio apporto vitaminico in questo modo. I ricercatori, poi, non hanno osservato gli effetti di un simile sovradosaggio protratto nel tempo ma hanno comunque dato indicazioni interessanti. Per prima cosa è utile esplorare le proprietà di questa vitamina poiché coinvolge i neurotrasmettitori che sono i messaggeri chimici di cui si serve il sistema nervoso.
La si trova in numerosi alimenti: nelle carni, soprattutto bianche, e nel pesce, nei cereali integrali (farina di frumento, farina d’avena e riso integrale) negli spinaci, nei cavolfiori, nei fagiolini, nelle patate e nei legumi come ceci e lenticchie. Anche nella frutta, esclusi gli agrumi.
“Recenti teorie hanno collegato i disturbi dell’umore e altre condizioni neuropsichiatriche a un disequilibrio fra neurotrasmettitori eccitatori e inibitori - ha affermato il primo autore, David Field della University of Reading. La vitamina B6 aumenta la produzione del GABA (acido amino gamma butirrico) che inibisce l’eccesso di neurotrasmettitori eccitatori”.
Lo studio
Sono stati reclutati 478 giovani adulti. Il gruppo è stato randomizzato per ricevere una volta al giorno una dose pari a 50 volte quella raccomandata di vitamina B6 o di vitamina B12 o di placebo. Lo studio ha mostrato che la B12 ha avuto scarsi effetti rispetto al placebo ma per la B6 ci sarebbero differenze statisticamente significative. Fra i partecipanti che hanno assunto la vitamina anti ansia sono stati riscontrati livelli significativi di GABA oltre a effetti antidepressivi.
Ma non è tutto. La B6 è coinvolta in altri percorsi che possono modulare l’eccitazione del sistema nervoso, è un coenzima che favorisce la produzione di neutrasmettitori come serotonina, dopamina e noradrenalina. Ha inoltre un ruolo nel ciclo dell’omocisteina, un aminoacido precursore di svariate funzioni dell’organismo, come la formazione di pelle e capelli. La stessa omocisteina riduce i livelli del neurotrasmettitore eccitatorio glutammato convertendolo in glutatione, che è uno dei più potenti antiossidanti naturali prodotti dal fegato.
Questione di equilibrio
Con l'omocisteina bassa, l'organismo non riesce più a produrre il glutatione che è in grado di proteggerci dai radicali liberi. Attenzione però: l’omocisteina alta è campanello d’allarme per alcune malattie.
Se il corpo non riesce più a produrre glutatione i nervi diventano particolarmente suscettibili all'ossidazione e possono subire danni. Nelle forme gravi di infiammazione sistemica da Covid-19 sono state riscontrate carenze di glutatione.
Per concludere
Gli autori hanno concluso ribadendo che questa ricerca rappresenta un inizio, e che una strada per cercare il benessere mentale è sicuramente quella di studiare un tipo di l’alimentazione che abbia effetti
su ansia e depressione, “proprio perchè l’alimentazione non ha gli effetti collaterali dei farmaci ansiolitici e anti depressivi “. A tal proposito gli studiosi hanno parlato di psichiatria nutrizionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.