Intelligenza artificiale. Alla Iulm il laboratorio del sapere umanistico

Il rettore Canova: "Con il machine learning cose che pensavamo di poter fare solo noi"

Intelligenza artificiale. Alla Iulm il laboratorio del sapere umanistico

Il sapere umanistico si mescola con le competenze tecnologiche d'avanguardia nel nuovo «Iulm AI Lab» dell'Università Iulm. Un laboratorio di intelligenza artificiale «tecnico ma anche sociologico e psicologico» spiega il rettore Gianni Canova. E che guarda pure al mondo delle imprese e della pubblica amministrazione, una linea che «costituisce l'identità originale dell'ateneo aggiunge che declina la comunicazione in ogni aspetto, adesso anche quello dell'intelligenza artificiale».

Nato da un'intuizione del professor Guido Di Fraia, prorettore all'Innovazione e all'Intelligenza artificiale della Iulm e presidente della struttura, il laboratorio tecnologico è il primo all'interno di un'Università non Stem, le facoltà che appartengono all'ambito scientifico, matematico e ingegneristico. «Un atto di coraggio commenta il docente ma siamo convinti che per usare al meglio l'intelligenza artificiale occorra partire da competenze di dominio e da saperi umanistici». Insomma, la tecnologia viene dopo: «Prima capisci il problema e come risolverlo prosegue Di Fraia poi trovi il modo di farlo attraverso la tecnologia». Con la progettazione di soluzioni AI nelle operazioni di marketing, comunicazione e vendita, lo «spin-off» della Iulm si occuperà anche di ricerca accademica e formazione.

«Ma non siamo venditori di tecnologia va avanti Di Fraia - proponiamo una metodologia perché le aziende comprendano cosa ci si può fare fin da oggi e la usino al meglio». Il laboratorio è infatti dotato di una potenza di calcolo di rilievo, necessaria sia a sviluppare nuove tecnologie per le aziende sia a supportare le attività di ricerca dell'Università, con gli studenti della nuova laurea magistrale in Intelligenza artificiale, Impresa e Società che potranno usufruire delle macchine, mentre ai singoli progetti lavorerà un team composto da otto ricercatori. E con un focus specifico dedicato alle applicazioni dell'intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie nel mondo dell'arte.

Tutte messe in pratica in un'esperienza multisensoriale a cui hanno preso parte ieri gli ospiti dell'ateneo, quando un attore della compagnia teatrale Naufraghi Inversi ha recitato alcuni stralci della Divina Commedia accompagnato da immagini costruite con una AI e da una colonna sonora generata a sua volta con algoritmi. I risultati sono stati sorprendenti anche per gli stessi sviluppatori. «Vedendoli afferma Di Fraia - non si può non interrogarsi su come queste tecnologie siano destinate a impattare in tempi brevi sulle logiche con cui le imprese andranno a realizzare i contenuti necessarie alle proprie attività di marketing e comunicazione».

L'intelligenza artificiale non come una scienza «oscura e complicata» ma, al contrario, «una risorsa concreta già utilizzabile anche dalle Pmi».

All'ingresso del laboratorio un quadro che sembra di Rembrandt ma che in realtà è stato creato da una AI «nutrita» con i suoi dipinti e con tutto ciò che è stato detto e scritto su di lui: «È una dimostrazione di potenza del machine learning e di come l'intelligenza artificiale vada a fare cose che finora credevamo di essere gli unici a poter fare conclude Canova - Questo mi produce euforia ma anche un po' di disagio».

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