Roma - L'Anm torna ad attaccare il governo. "Dobbiamo ribadire il no alla strumentalizzazione da parte di taluni esponenti della politica", che in risposta all’inchiesta napoletana sulla P4, ha riportato in agenda il tema delle intercettazioni. Questa la posizione dell’Associazione nazionale magistrati che reputa "inaccettabile che il tema più rilevante diventi nuovamente quello delle intercettazioni. Siamo favorevoli - ha spiegato Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm - ad un intervento che regoli le modalità di diffusione di intercettazioni non rilevanti". Cascini ha aggiunto che l’associazione ritiene "in contrasto con il diritto di informazione qualunque intervento che limiti la libertà di stampa".
Palamara: decidere sulla rilevanza non spetta ad Alfano "Dobbiamo dire in maniera chiara ancora una volta, con riferimento ai fatti che stanno emergendo a seguito dell’inchiesta della Procura di Napoli, che non si possono accettare le strumentalizzazioni dei politici". Lo ha detto il presidente dell’Anm, Luca Palamara, nel corso del suo intervento al comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, che oggi dovrà decidere se investire i provibiri in merito alla compatibilità con l’associazione dell’onorevole Alfonso Papa. "Non possiamo accettare - ha sottolineato Palamara - che anziché intervenire con urgenza in situazioni drammatiche che più tribunali denunciano in tutta Italia, ancora una volta l’emergenza della giustizia sono le intercettazioni. Di riforma epocale non si parlerà più ma solo perchè molti uffici giudiziari chiuderanno per la difficile situazione nella quale versano". "I fatti che stanno emergendo sono gravi - ha detto ancora il presidente dell’Anm - ma mi sembra singolare che si rilancino temi che poco hanno a che vedere con le riforme urgenti della giustizia. Invece di preoccuparsi di ciò che sta emergendo, la politica si preoccupa di modificare la disciplina delle intercettazioni".
Schifani: misura colma, trovare mediazione "Ormai la misura è colma e credo che con un grande gesto di volontà da parte di tutte le forze politiche si possa trovare una mediazione sulle intercettazioni senza che si gridi alla legge bavaglio". A margine dell’incontro nella sede della Provincia di Lecce, il presidente del Senato, Renato Schifani, ha parlato di intercettazioni telefoniche in riferimento all’inchiesta della Procura di Napoli. Schifani ha insistito sulla necessità di prestare grande attenzione a quanto sta accadendo in questi giorni, "in cui sono stati dati in pasto ai quotidiani discorsi di persone non coinvolte in indagini, che nulla hanno a che vedere col penale. "Mi auguro - ha continuato il presidente del Senato - che questo capitolo possa chiudersi definitivamente perché credo sia giunto il momento per maggioranza e opposizione di evitare che il dileggio della privacy dei cittadini possa essere quotidiano. Credo che con un grande gesto di buona volontà da parte di tutte le forze politiche si possa trovare una mediazione. Il paese ha bisogno di conoscere i fatti concreti della politica, non è interessato al gossip, a spiare dal buco della serratura".
Paniz: indegno pubblicare intercettazioni irrilevanti "Le intercettazioni sono un indispensabile strumento investigativo - afferma Maurizio Paniz, membro della Consulta Giustizia del Pdl e capogruppo Pdl della Giunta per le autorizzazioni a procedere - ma aver consentito la diffusione del loro contenuto, vieppiù se totalmente privo di rilevanza penale, è indegno di un paese civile e merita una ricerca, senza se e senza ma, dei colpevoli di tale esecrabile comportamento, quale sia il loro livello istituzionale: su questa strada sarebbe bene si mettessero anche il dottor Palamara e il dottor Cascini".
Di Pietro: la legge già esiste Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, boccia l’eventualità di una nuova legge sulle intercettazioni: "Una nuova legge sulle intercettazioni - spiega in una nota - non è opportuna, perché esiste già una norma iperselettiva che ne regola l'uso. L'Italia dei Valori è a favore della libertà d`informazione e del diritto dovere di chi svolge le indagini e che, con tutti i mezzi, deve combattere la criminalità". "All'interno della legge attuale - prosegue - già ci sono gli strumenti per verificare e valutare quando un'intercettazione può essere fatta, depositata, utilizzata o pubblicata. A me sembra che si voglia fare una legge per cercare di fermare le indagini e per bloccare l`informazione. E' un modo per favorire la criminalità e per nascondere la verità agli italiani".
L’Anm avvia procedura per espulsione di Papa Il sindacato delle toghe ha avviato la procedura che potrebbe concludersi con l’espulsione di Alfonso Papa, magistrato in aspettativa (è deputato Pd), su cui pende una richiesta di arresto nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. Il "parlamentino" dell’associazione ha deciso infatti di chiamare in causa il collegio dei probiviri affinché decida se Papa può restare iscritto all’Anm o se i suoi comportamenti non suggeriscano di considerarlo fuori.
La decisione è stata presa all’unanimità, con solo due astensioni. Una delle quali è venuta "per ragioni di opportunità" dal procuratore aggiunto di Napoli Francesco Greco, che coordina proprio l’inchiesta sulla P4 dei pm Woodcock e Curcio.
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