"Il 25 aprile lancio i bengala dal terrazzo". L'inutile polemica di Lucarelli sulla "sobrietà" per il lutto nazionale

La giornalista si è unita al coro di chi ha ironizzato con stizza sulla richiesta di buon senso di adottare sobrietà il 25 aprile, riferendosi agli eccessi degli estremisti di sinistra

"Il 25 aprile lancio i bengala dal terrazzo". L'inutile polemica di Lucarelli sulla "sobrietà" per il lutto nazionale
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Anche un richiamo di buon senso alla sobrietà per il 25 aprile, che non significa non commemorare la Liberazione d'Italia ma, anzi, onorare la memoria dei suoi martiri con rispetto, è oggetto di polemica da parte delle opposizioni di questo Paese. Sia quelle politiche che quelle militanti. Il sindaco di centrosinistra che ha abolito il concerto, lasciando la commemorazione al monumento dei Caduti e la messa in suffragio, è stato accusato di essere fascista, per dirne una. I leader di sinistra si sono stracciati le vesti al richiamo del ministro, fatto nell'ottica di un lutto nazionale che si concluderà con i funerali del Pontefice il prossimo 26 aprile.

Che Angelo Bonelli dica che il 25 aprile non è un rave party è corretto, ma dovrebbe rivolgere la sua riflessione a tutti quelli che usano questo giorno proprio in quel modo, che non è solo inadeguato per un lutto nazionale ma per la commemorazione della Liberazione. E tra chi ha voluto dire la sua, con intenti ironici poco riusciti, c'è anche Selvaggia Lucarelli, che non ha perso occasione per polemizzare, accodandosi a quanti hanno distorto la richiesta con mero intento politico. "Per il 25 aprile dal terrazzo lancio i bengala dello scudetto del Napoli di Maradona nell’87", ha scritto la giornalista. Eppure, l'invito alla sobrietà è un prassi istituzionale in occasione di un lutto nazionale, come forma di rispetto per il defunto e per chi lo piange. Non capire, non voler capire, fingere di non capire, quale sia l'intento, è una evidente strumentalizzazione a fini propagandistici.

Basta guardarsi indietro e tornare con la memoria al 25 aprile 2024 per capire cosa intendesse il ministro Nello Musumeci con il suo invito, ma basta anche fare un giro tra le discussioni delle frange antagoniste antecedenti alla dipartita del Papa per trovare annunci e inviti alla guerriglia urbana e alla rivolta. Chiedere buon senso, in questo Paese, sembra essere diventato un reato, soprattutto quando si prova a chiederlo agli ambienti dell'estrema sinistra che, in un modo o nell'altro, trovano nella sinistra parlamentare e nei loro supporter una sponda utile per imbastire polemiche difensive.

"Sia la premier che i ministri all'unanimità, che io stesso, non abbiamo mai pensato né di vietare né di ostacolare alcunché, figuriamoci una celebrazione così importante come l'anniversario della fine della guerra civile e del ripristino della democrazia", ha dichiarato il ministro in un'intervista pubblicata questa mattina dal Corriere della sera, nella quale ha sottolineato è stata richiamata "solamente la sobrietà da osservare in tutte le manifestazioni esterne, fino al giorno del funerale del Pontefice. Nulla si impone, ovviamente. Ognuno la sobrietà la interpreta e vive in base alle proprie sensibilità, con la serenità dei credenti e con la buona educazione dei non credenti".

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