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Berlusconi politicamente morto? No, è vivo e senza rivali

La sentenza per frode fiscale arriva dopo un processo demenziale e non vale nulla. Per far fuori Berlusconi serve un leader capace di strappargli i consensi. Ma non c'è

Berlusconi politicamente morto? No, è vivo e senza rivali

Berlusconi politicamente morto? Mi viene da ridere. I suoi avversari sono tuttora spiaccicati nell'irrilevanza, e in più sono suoi alleati di governo per necessità, vivono l'esperienza in un clima di divisione, ostilità reciproca, guerra dei capi, con il buon Matteo che si logora in strepiti verbali e altre acrobazie correntizie, lui che aveva detto di aver imparato la lezione di Berlusconi e voleva imitarlo con tanta buona volontà nella leadership personale e carismatica. Il partito crisaiolo della Repubblica di De Benedetti, che è l'immagine stessa di un conflitto di interessi addirittura più illustre di quello del Cav, preme per l'Armageddon subito, vuole dettare contenuti e tempi a un partito epifanizzato, evirato, vuole eterodirigerlo platealmente. Ma è un giochino vecchio che divide e aggiunge caos, non una leadership. Il partito di Ingroia è nelle catacombe. Di Pietro si leccherà le ferite di una carriera politica ingloriosa per un po'. Grillo ha spiegato chi è davvero, con il suo consorte Casaleggio, e in pochi mesi è diventato una barzelletta che può ancora divertire una piccola minoranza e minacciare un governo «del cambiamento» a vanvera. La crisi da sinistra dell'esecutivo Letta-Berlusconi-Napolitano e quindi un governicchio in balia dei No Tav e dei somarelli di una classe dirigente da quarto mondo? Sarebbe un regalo anche troppo generoso a Berlusconi, non glielo faranno.
Berlusconi colpito e affondato da una sentenza per frode fiscale pronunciata al termine di un processo demenziale perché «non poteva non sapere»? Mi scompiscio dal ridere. Ci vuole altro per mettere fuori gioco e fuori legge un pezzo gagliardo e ostinato di sovranità popolare, da Berlusconi rappresentato con vittorie elettorali e clamorose rimonte, e formidabili rivincite, per due decenni. La sentenza è politicamente e civilmente ed eticamente nulla. Dovrebbero trovarne un'altra strada, non un timbro giudiziario a cui non crede nessuno, neanche chi lo festeggia come un giudizio di Dio, se il loro problema è far fuori Berlusconi. Dovrebbero trovare una leadership credibile che gli contenda i voti, il consenso, il discorso pubblico che solo lui è oggi in grado di fare. Ma il gran borghese Monti, che ha dato una mano all'Italia finché è stato un tecnico, è affondato nelle risse piccolo politiche con gli uomini di Casini e di Montezemolo. Fini si trastulla non si sa dove e giustamente tace. Tremonti lotta contro il golpe di Draghi. Ma via, siamo seri. Non c'è nessuno capace di prendere il posto di Berlusconi alla testa dell'Italia che non accetta il governo di sinistra, e che governo. L'Ulivo fallì, la serietà al governo fallì, D'Alema se lo sono mangiato i cannibali. E allora? Senza avversari e senza concorrenza interna (un saluto a Pisanu) che cosa volete che sia un annetto di domiciliari e qualche difficoltà con il passaporto.
Anzi. La persecuzione, l'imprigionamento virtuale di un uomo libero e testimone di un programma di libertà, sembra fatta apposta per prolungare ad libitum quella «vita attiva» di cui Berlusconi si sente «quasi» al termine. «Quasi»: ma che adorabile bugiardo! Non so che cosa sceglierà di fare il dominatore di questi anni, il domatore di nani che Berlusconi è stato fino ad ora. Non so. Marina? Sarebbe clamoroso e forse decisivo, se la situazione lo rendesse obbligato. Una donna, e capace e tignosa, che porta il nome e l'eredità di valori e di modi, ma al femminile, del padre politico del movimento. Bush. Clinton. Ricorda qualcosa? Non sarebbe la prima americanizzazione introdotta dal Cav. Oppure troverà altri modi, e tutto sta a superare la fase critica di una «diminutio» delle facoltà ottenuta per via di un'espulsione forzata dall'arena democratica. Certo, niente garantisce niente. Ma prima di dire che Berlusconi è politicamente morto, uno sport in cui i fessi si esercitano da vent'anni, ci penserei sopra un momento.
C'è poi una questione di fondo. Il Paese. I suoi interessi veri. L'uscita dalla crisi recessiva. Ha la sinistra divisa e incauta una formula? Sembrava a cavallo, qualche mese prima delle recenti elezioni politiche, e poi splash. A chi non considera il principio di realtà, a chi non sa parlare un linguaggio di decente modernizzazione liberale dell'economia, di riforme pro mercato e pro lavoro, a chi cerca di turlupinarci con vecchi rancori anticasta, con cretinate sociali da lotta di classe fuori tempo, con narrazioni obsolete alla Saviano e Vendola, non sarà troppo difficile rispondere con un programma serio di riscatto e di rinascita italiana. Non troppo difficile, ma neanche facile. Berlusconi, proprio ora che tutto congiura a imprigionarlo in una formula difensiva, deve passare all'attacco. Ma sulle questioni importanti, su tasse e spesa pubblica, per fare in modo che la gente capisca: una vecchia nomenklatura spossata non ce la farà mai a cogliere i segnali di una possibile ripresa, che per noi parte dal fondo di una specie di abisso eurocostipato.

Dagli arresti domiciliari si possono fare grandi cose, se un movimento e uno staff acconci fossero capaci di rilanciare l'immagine vera, quella di un prigioniero che si considera uomo libero, di un uomo accanitamente insultato, diffamato e perseguitato che sa come cavarsela alla Superman, perché usa la modestia dei suoi avversari politici e togati come il supereroe usava la kriptonite. Berlusconi politicamente morto? Andate avanti voi, che a me scappa da ridere.

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